“La decisione del Dipartimento di Stato Usa di condurre un’indagine sulla morte della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh è un errore”. Il ministro della difesa di Israele, Benny Gantz, è stato molto chiaro nel commentare la notizia dell’apertura dell’inchiesta da parte dell’Fbi sull’uccisione della reporter di Al Jazeera, avvenuta lo scorso maggio durante un’operazione in Cisgiordania. La giornalista stava seguendo un raid militare israeliano nel campo profughi di Jenin, indossava un elmetto e un giubbotto protettivo con la scritta “stampa” quando è stata colpita. Una serie di indagini indipendenti, tra cui quella dell’Onu, ha rilevato che il colpo è stato sparato dalle truppe israeliane.
Così, mentre Benjamin Netanyahu mette in atto i primi tentativi di comporre la nuova coalizione di governo, Israele e Stati Uniti, legati da una duratura amicizia, si trovano di fronte a uno scenario insolito. Non sono stati forniti dettagli da parte del Dipartimento di stato Usa su quando potrebbe iniziare l’indagine, né su quali potrebbero essere le conseguenze. Resta il fatto che l’inchiesta dell’Fbi è un evento senza precedenti. “Ho inviato un messaggio ai rappresentanti Usa – ha dichiarato Gantz – Non collaboreremo con un’indagine esterna. L’esercito ha condotto un’inchiesta professionale e indipendente che è stata presentata ai responsabili degli Stati Uniti con i quali sono stati condivisi i dettagli del caso”.
Il fratello di Shireen Abu Akleh ha dichiarato ad Al Jazeera che la famiglia è ottimista sull’indagine. “È molto importante assicurare i responsabili alla giustizia e prevenire crimini di questo tipo – ha detto Tony Abu Akleh – Speriamo che questo sia un punto di svolta nelle indagini sulla morte di Shireen”. I funzionari palestinesi, la famiglia di Abu Akleh e Al Jazeera accusano Israele di averla colpita intenzionalmente, differentemente da quanto affermato dall’esercito di Tel Aviv.
L’indagine rischia di mettere a dura prova la forte partnership trai due Paesi in un momento in cui Israele si sta preparando per la formazione di quello che sarà tra i governi più a destra della sua storia. Fino a questo momento Washington non ha mai messo in discussione il sistema giudiziario israeliano, ritenendolo sempre credibile e indipendente. Questo nonostante siano molte le associazioni per i diritti umani ad accusare, da tempo, l’esercito israeliano di non indagare adeguatamente sulle azioni commesse dalle proprie truppe.