Chi è più snob, Emmanuel Macron o Giorgia Meloni? Il presidente della Repubblica francese che definisce vomitevoli, cinici e irresponsabili i governanti italiani che vogliono smollare alla Francia i rifugiati o la Meloni che gli risponde “vomitevole sarai tu!”? Lo snobismo è una delle chiavi per leggere la cronaca, ora che è appena uscito il libro Snob come Proust di Marina Giusti del Giardino e Paolo Landi (Baldini+Castoldi). In questo libro gli autori (entrambi scrittori e comunicatori. La creatività oggi non esiste senza comunicazione?) hanno trascritto le frasi della Recherche dove si citano le parole “snob” e “snobismo” e le hanno commentate con un occhio allo snobismo di oggi, che contagia tutti, nessuno escluso: pare sia un’attitudine dell’animo umano dalla quale nessuno riesce a smarcarsi.
Giorgia Meloni dalla palestra (di vita) che è stata la Garbatella sale sul podio da campionessa dello snobismo. Sta compiendo il suo percorso da – si sarebbe detto una volta – “burina rivestita”, come la definiscono gli autori, che accede finalmente ai salotti buoni della politica internazionale e non sta nella pelle dalla contentezza. Gli snob oggi sono più che altro arrivisti. Commentano Giusti del Giardino e Landi. E’ tutto uno sgomitamento per farsi vedere, per sembrare quello che non si è costruendosi avatar sui social che hanno poco a che fare con le vere vite degli umani che postano su Instagram scorci della piscina comunale come se fosse quella di casa loro.
La Meloni, nel suo lungo cammino dalla periferia a Montecitorio, mai si sarebbe aspettata questa consacrazione: abituata alle sezioni piene di fumo del Fronte della Gioventù ritrovarsi tra quegli stucchi dorati e tappeti rossi deve essere stato uno choc cultural/formativo e ha cominciato a parlare con tutto un birignao che quelli del suo quartiere fanno fatica a capire e anche Matteo Salvini e Silvio Berlusconi quando l’hanno sentita pronunciare “underdog” si sono guardati smarriti.
Ma Giorgia è così: ora fa la signora e dice facendo la bocca a culo di gallina: “Non mi sfugge l’interesse per la postura che il nostro governo avrà nei confronti dell’Europa”. Berlusconi usa la parola “postura” quando va dall’ortopedico. E’ rimasto spiazzato quando l’ha sentita uscire dalla bocca di Giorgia e ha raddrizzato subito la schiena per riflesso condizionato. Dice Paolo Landi: “Il linguaggio affettato è tipico dello snob, che quando si trova in una casa elegante si sente autorizzato a usare parole desuete, che tutti i giorni non userebbe mai”.
E Marina Giusti del Giardino ricorda che molti snob usano termini inglesi senza conoscerne l’esatta pronuncia e rendendosi quindi ridicoli. Forse il prototipo della snob è un’altra signora di Fratelli d’Italia, Daniela Santanché, una che crede che Flavio Briatore sia ricco. Anche molti italiani pensano che il proprietario di due discoteche e di un bagno a Forte dei Marmi sia un imprenditore. Evidentemente non sono mai venuti in contatto, nemmeno virtualmente, con la ricchezza “vera”; una televisione gli ha addirittura fatto condurre The apprentice, così quei poveri ragazzi che volevano aprire un’azienda si vedevano dare consigli da un esperto di risorse umane sì, ma di bagnini e buttafuori.
Lo snobismo di massa è così: contagia tutti e Instagram, Facebook e Tik Tok gli servono su un piatto d’argento la possibilità di scatenarsi. Sui social è una gara a mettere cuoricini a quelli che stanno più in alto di noi, a chi è più ricco, a chi è più colto. Ci dà l’illusione di essere come loro e invece loro restano loro e noi restiamo noi. La democrazia è solo fittizia.
Lo snobismo una volta era il motore della mobilità sociale. Dicono i due coltissimi autori di Snob come Proust, ma oggi è più che altro desiderio smodato di distinguersi di arrampicatori in un mondo dove tutto è omologato dai social. Ci sarà da divertirsi sabato 19 alla presentazione all’Umanitaria a Milano (alle 15.30 per BookCity) di questo libro ironico e cattivello, con Chiara Beria di Argentine che pungolerà Landi e Giusti del Giardino per tirar fuori da loro le storie più rivelatrici che ci inchiodano tutti alla nostra smania di apparire.
Il libro è pubblicizzato sui social da una campagna divertentissima, dell’artista digitale Luca Trucca, che ha messo Snob come Proust in mano a personaggi famosi (da Jack Nicholson a Emmanuel Macron, da Woody Allen a Frida Khalo) e che pubblichiamo in esclusiva per gentile concessione dell’autore e dell’agenzia letteraria Cherryrun.