Durante il governo Draghi è stata rinviata per due volte la chiusura dei bandi. Risultato: due giorni fa il nuovo ministro dell'Istruzione ha concordato con l'Associazione nazionale dei comuni di far slittare da fine marzo 2023 a fine maggio il termine ultimo per l'aggiudicazione. Questo mette a rischio anche il rispetto della milestone concordata con Bruxelles per l'avvio dei lavori. Così Valditara si è assunto “l’impegno a valutare l’opportunità di una proroga, sempre in raccordo con le istituzioni europee"
Alla fine il piano asili nido subirà un rinvio. Una prima assoluta per una scadenza del Recovery plan: l’antipasto della famosa “revisione” preannunciata da Giorgia Meloni e la cui necessità è stata confermata dal titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante l’audizione sulla Nadef. In questo caso però i costi lievitati non c’entrano: semplicemente sono troppi i ritardi accumulati finora da uno dei capitoli più importanti (e tormentati) del Pnrr. Ritardi che rendono impossibile centrare le scadenze stabilite dal ministero dell’Istruzione e concordate con Bruxelles. Sul piatto ci sono 4,7 miliardi di euro, destinati a costruire o ristrutturare asili nido e scuole materne. Del resto, che i termini previsti nel Pnrr fossero ormai fuori portata lo si era capito dai ripetuti rinvii che hanno interessato il piano.
Il primo problema riguarda i bandi stessi: quello per gli asili nido è stato criticato dall’Ufficio parlamentare di bilancio secondo cui il ministero ha utilizzato criteri “discrezionali” e “senza alcun apparente fondamento“. Sarà anche per questo se alla data di chiusura, prevista per il 28 febbraio, erano pervenuti progetti per solo la metà delle risorse stanziate (in totale 3 miliardi dei quali 2,4 per gli asili nido). Costringendo il ministero dell’Istruzione allora guidato da Patrizio Bianchi a prorogare la scadenza al 31 marzo e prolungarla poi al 31 maggio per venire incontro ai comuni del Mezzogiorno che dovevano presentare le candidature. Risultato: il 15 novembre, dopo un incontro con il presidente Anci Antonio Decaro, il nuovo ministro Giuseppe Valditara ha deciso di posticipare i termini previsti per il piano che finanzia interventi in 333 scuole materne e 1.857 fra asili nido e poli per l’infanzia. La scadenza interna del 31 marzo per l’aggiudicazione degli appalti slitta al 31 maggio 2023.
Un differimento che, però, mette a rischio il termine, rilevante per Bruxelles, del 30 giugno, data entro la quale i lavori devono iniziare. Pertanto, si legge nel comunicato, il ministero si assume “l’impegno a valutare l’opportunità di una proroga della milestone europea del 30 giugno, sempre in raccordo con le istituzioni europee”. È la prima volta che per una scadenza del Pnrr viene paventata la possibilità di un rinvio. Rimane in vigore invece il termine del 31 dicembre per la realizzazione della progettazione esecutiva da parte dei comuni.
Oltre al rinvio delle scadenze relative al piano asili nido, l’incontro tra il ministro dell’Istruzione e il presidente Anci ha riguardato anche altre criticità nel programma di investimenti lanciato con il Pnrr. Per quanto riguarda il piano sulla “messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole” da 3,9 miliardi di euro il ministero, si legge sempre nel comunicato, “ha recepito le istanze di Anci e si è impegnato a fissare per decreto la definizione dei termini entro il 15 settembre 2023”. Inoltre, è stata annunciata la possibilità di “implementare a breve un piano ambizioso e significativo sull’edilizia scolastica”. Infine, in merito ai ribassi d’asta, il ministro dell’Istruzione si è impegnato a “a valutare una proposta normativa che consenta la loro applicazione anche ai progetti in essere”.