“La borghesia mafiosa è oggetto di un’enorme rimozione dalla narrazione pubblica”. Dopo una vita da cronista di giudiziaria a Palermo, la giornalista Sandra Rizza fa il suo esordio nel campo della narrativa con Nessuno Escluso” (Ianieri Edizioni). Un romanzo “sulla borghesia mafiosa” che è stato presentato ieri sera alla libreria popolare di Milano insieme al fondatore delle Agende Rosse Salvatore Borsellino, al giornalista Giuseppe Pipitone e al direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez. “È facile accusare il mafioso quando è il mostro stragista – spiega Rizza – mentre è più difficile quando il colluso è simile a noi. E questa è una difficoltà che è ancora enorme nella nostra società”. E questo tema trova poco spazio nel dibattito pubblico. Perché? “Da quando la mafia ha smesso di sparare – commenta Gomez – non gliene frega più niente a nessuno e il tema è uscito dai radar dell’informazione”. Il romanzo di Rizza prova a colmare questo vuoto esplorando il rapporto della borghesia con la mafia. Che cosa porta un professionista ad avvicinarsi a un mafioso? Nella sua carriera da magistrato, Felice Isnardi ha rivolto questa domanda al pentito Tommaso Buscetta ricevendo questa risposta: “È come quando si corteggia una femmina: se ci sta, lei lo sa”.

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