Hanno voluto modificare il testo per non imporre la celebrazione delle nozze gay in tutti gli Stati, ma garantirne il riconoscimento da parte del governo federale a coloro che si sono sposati in uno Stato dove questo tipo di unione è garantita e si sono trasferiti in uno Stato dove invece non è riconosciuta. A spingere per l’emendamento sulla libertà religiosa sono stati i repubblicani al Senato americano, 12 dei quali hanno votato con i 50 colleghi dem per approvare il ‘Respect for Marriage Act’, aprendo così la strada al voto forse già in settimana. Il testo era già stato approvato a luglio alla Camera, dove ora tornerà a seguito del compromesso bipartisan inserito nel testo.

La norma si applicherà anche ai matrimoni interrazziali. Inoltre, il testo abolisce il Defense of Marriage Act, la legge varata nel 1996, che a livello federale definisce il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna. Se il varo definitivo della legge da parte del Senato avverrà secondo le previsioni, entro questa settimana, il testo emendato dovrà poi essere nuovamente approvato dalla Camera, dove la legge aveva già ricevuto il sostegno di 50 deputati repubblicani.

I Democratici hanno voluto dare un’accelerazione al varo della legge, approfittando della maggioranza in entrambe le Camere di cui ancora godono nell’attuale Congresso. A dare un ulteriore impulso alla legge sono state anche le posizioni espresse dal giudice della Corte Suprema Clarence Thomas, che in occasione della decisione che ha abolito il diritto di aborto a livello nazionale aveva lasciato intendere di voler mettere mano anche ad altri diritti, come quello relativo alle nozze gay.

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