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Alexia: “Ma come posso io, a 55 anni, mettermi a fare i TikTok? Ma siamo matti? Cosa faccio, i balletti? No, non sarei a mio agio”

La cantante torna con un album natalizio e spiega che cosa l'ha portata a prendere le distanze dalle logiche che oggi governano la discografia: “Ma all'estero sono ricercatissima” fa sapere al “Corriere”

di Emanuele Corbo

“Ma come posso io, a 55 anni, mettermi a fare i TikTok? Ma siamo matti? Cosa faccio, i balletti? No, non ho proprio il carattere, non mi sentirei a mio agio”. Non ha tutti i torti Alexia, che a distanza di 5 anni dall’ultimo progetto discografico torna con un album natalizio tutto in inglese intitolato My Xmas. D’altronde l’artista, vero nome Alessia Aquilani, viene da tutt’altra scuola e tutt’altro modo di concepire la musica. Il successo per lei è arrivato a metà degli anni ’90 con l’eurodance di hit come Think About the Way e It’s a Rainy Day per poi proseguire con irresistibili brani estivi, da Summer is Crazy a Uh la la la e Gimme Love, ma prima ci sono stati tanti anni di gavetta e porte in faccia.

IL PASSO INDIETRO DI ALEXIA – Senza voler cadere nel luogo comune del “ai miei tempi era meglio”, è pur vero che il mondo discografico era molto diverso da quello di oggi. Inutile anche cercare colpe e colpevoli, se mai ce ne fossero. Semplicemente lo scenario odierno è figlio di un’evoluzione naturale che continuerà anche in futuro a mescolare le carte in tavola. Conscia di questo, la stessa Alexia ha deciso di prendere le distanze dal panorama che si è trovata di fronte e ha fatto a modo proprio, dedicandosi alle cose che la fanno stare bene, come lo studio delle lingue e la famiglia: “Non sono mai stata brava a sgomitare, anzi” racconta al Corriere. “A un certo punto mi sono accorta che le case discografiche non cercavano più dei bravi cantanti, ma altro. Gente che magari avesse anche una storia impattante, un percorso che emoziona in modo particolare. Io non posso continuare a raccontare che quando è morto mio papà ho avuto una piccola depressione: avrò dovuto elaborare un lutto, no? Sono forse l’unica al mondo? Posso davvero ripetere all’infinito queste cose? Quindi ho deciso di fare un passo indietro e continuare a lavorare nelle sfere dove Alexia ancora conta qualcosa”.

IL SUCCESSO ALL’ESTERO – Sì perché se in Italia, col passare degli anni, il grande pubblico ha un po’ perso le sue tracce, benché abbia continuato a incidere dischi, Alexia fuori dai confini nazionali è ancora un nome che fa drizzare le antenne: “All’estero sono ricercatissima nella musica dance” fa sapere, lasciandosi andare anche a una considerazione dolceamara su come vadano le cose nel nostro Paese: “Per il resto, quando hai tanti streaming arrivano i bravi produttori e i bravi autori ma quando un artista non fa streaming, può essere bravissimo, ma si fa più fatica […]”.

L’IPOTESI SANREMO – Resta ancora una grande vetrina musicale in Italia: il Festival di Sanremo, il cui palco Alexia ha calcato 4 volte vincendo l’edizione del 2003 con Per dire di no. Possibile rivederla in gara? La cantante ammette: “[…] Nel tempo ho capito che il Festival è anche uno spettacolo televisivo: come tale, deve fare molti ascolti, garantiti da certi nomi. Se non sei super popolare è difficile. Nonostante ciò, come molti altri colleghi senior, tutti gli anni io il tentativo lo faccio: sarebbe sbagliato precludersi questa cosa. Ma non è che ci punti più come un tempo”.

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