“Non so che cosa si deciderà sabato nel percorso del congresso del Pd, ancora non è chiaro. Ma al di là di tutto devo dire con franchezza che a me interessano relativamente i tempi e i nomi dei candidati segretario. A me interessa moltissimo la scelta della linea politica. L’unica cosa che veramente mi preoccupa è se ci sia un congresso un po’ falso, dove magari poi si trova un accrocco, in cui tutti si ritrovano in un modo o nell’altro e non c’è la soluzione di questa contraddizione identitaria presente nel partito”. A pochi giorni dal congresso dem Goffredo Bettini, uno dei leader del Partito democratico, intervenuto a Napoli in occasione della presentazione del suo libro “A sinistra. Da capo” (edito da PaperFirst) parla dello stato di salute del Pd. “Deve ritrovare una sua fisionomia, chiaramente più di sinistra, indirizzata alle esigenze popolari e agli umili, perché – dice Bettini – in questi anni, un po’ dal governo, abbiamo perso di vista la terra”. Del congresso di sabato ha parlato anche l’ex ministro Dario Franceschini. “Le correnti interne al partito siano un punto di forza non dì diversità – dice – ci sono troppe contraddizioni nel Pd, ad esempio, invocano tutti il campo largo, ma poi si dice no a tutti. Non vanno bene Renzi e Calenda, perché uno ha tradito e l’altro è strano, non va bene la Moratti in Lombardia perché è troppo di destra, non va bene il Movimento 5 Stelle perché ha fatto cadere Draghi, insomma tutti a parlare di campo largo ma poi non va mai bene nessuno”. Anche per l’ex premier Massimo D’Alema la necessità per il futuro è riprendere il dialogo con gli ex alleati. “Il Pd mi sembra ancora sotto shock dall’esito elettorale – spiega D’Alema a margine dell’evento – ma se si vuol fare oggi un’opposizione vera e domani rappresentare un’alternativa alla destra è inevitabile riprendere il dialogo con chi si è governato, secondo me bene, in questi ultimi anni”.
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