È caduto nella zona economica esclusiva del Giappone al largo delll'isola di Hokkaido. Casa Bianca: "Sfacciata violazione delle risoluzioni Onu". Nonostante le rigidissime sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Pyongyang ha condotto sei test nucleari tra il 2006 e il 2017
Ha viaggiato per circa 69 minuti e se avesse seguito una traiettoria normale, invece di una molto arcuata, avrebbe raggiunto gli Usa. La Corea del Nord ha lanciato alle 10.15 locali (2.15 in Italia) alle porte di Pyongyang un missile di balistico intercontinentale (Icbm) che probabilmente è caduto nella zona economica esclusiva del Giappone al largo delll’isola di Hokkaido, ma che aveva un potenziale per poter coprire più di 15mila chilometri, sufficienti per raggiungere il territorio Usa continentale. Il missile ha riferito il ministro della Difesa nipponico Yasukazu Hamada, ripreso dalla Kyodo. I militari di Seul hanno stimato la velocità del missile di Mach 22 (22 volte quella del suono). Il lancio è stato duramente condannato dal Giappone: il premier nipponico Fumio Kishida, rimarcando l’assenza di segnalazioni di danni a navi o aerei, lo ha bollato come “assolutamente inaccettabile” mentre la Casa Bianca lo ha definito “una sfacciata violazione delle numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e aumenta inutilmente le tensioni e rischiando di di destabilizzare la sicurezza della regione”. “Il presidente – si legge in un comunicato firmato dalla portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza, Adrienne Watson – è stato informato della situazione e, insieme con il team di sicurezza, continuerà a consultarsi con alleati e partner“. Le strette consultazioni con alleati e partner si baseranno sull’incontro trilaterale di domenica del presidente Joe Biden con il premier nipponico Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, dove le parti “hanno deciso di creare collegamenti trilaterali ancora più stretti per la sicurezza”.
Il missile ha raggiunto un’altitudine di 6.100 km, viaggiando per appena mille chilometri a causa della traiettoria rialzata, hanno riferito i militari di Seul. “Sulla base di calcoli che tengono conto della traiettoria, il missile balistico questa volta avrebbe potuto avere una capacità di portata di 15.000 km, a seconda del peso della sua testata, e in tal caso, significa che la terraferma degli Stati Uniti era nel suo raggio d’azione”, ha affermato Hamada. Pyongyang sta sviluppando un nuovo tipo di missile a lungo raggio, noto come l’Hwasong-17, che è il più grande tra gli Icbm testati con successo in passato. Gli esperti ritengono che diversi tentativi di lanciare l’Hwasong-17 siano falliti e che il Nord non sia ancora stato finora in grado di assicurare una rotta stabile. Infatti, all’inizio del mese il Nord ha testato un missile balistico intercontinentale che però ha fallito la sua missione a metà volo, secondo l’esercito sudcoreano. A ottobre, la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico sopra il Giappone, per la prima volta in cinque anni. Nonostante le rigidissime sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Pyongyang ha condotto sei test nucleari tra il 2006 e il 2017, mentre i servizi di intelligence di Seul e Washington ritengono che il leader Kim Jong-un possa dare l’ordine per effettuare il settimo in qualsiasi momento sulla convinzione che tutti i preparativi siano stati ultimati.
Gli Stati Uniti intanto hanno fatto sapere che la vicepresidente Kamala Harris “si sta coordinando con i nostri alleati e partner nella regione durante la conferenza Apec a Bangkok, in Thailandia. Questa azione – si legge ancora nella nota della Casa Bianca – dimostra che la Corea del Nord continua a dare la priorità alle sue armi illegali di distruzione di massa e ai programmi di missili balistici rispetto al benessere della sua popolazione. Esortiamo tutti i Paesi a condannare queste violazioni e invitiamo la Corea del Nord a presentarsi al tavolo per negoziati seri. La porta – ha continuato la portavoce – non si è chiusa alla diplomazia, ma Pyongyang deve immediatamente cessare le sue azioni destabilizzanti e scegliere invece l’impegno diplomatico”. Gli Stati Uniti, infine, “adotteranno tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di Usa, Repubblica di Corea e Giappone.