Il ministro della Giustizia, Merrick Garland, ha nominato l’ex procuratore per i crimini di guerra alla corte dell’Aja, Jack Smith, come special counsel per sovrintendere alle due indagini federali in cui è coinvolto Donald Trump. Smith è un veterano del Dipartimento di giustizia, dove ha guidato la sezione integrità pubblica. Poi è stato procuratore federale facente funzioni a Nashville, Tennessee, sotto Obama. Di recente era procuratore capo per la corte speciale all’Aja che indaga sui crimini di guerra internazionali. Garland ha spiegato che la nomina è “nell’interesse pubblico”. La Casa Bianca, dal canto suo, ha fatto sapere di non aver interferito e che si tratta di una decisione indipendente del dipartimento di Giustizia. In particolare Smith dovrà vigilare sulle indagini relative ai documenti top secret della Casa Bianca sequestrati dall’Fbi nella residenza di Trump a Mar-a-Lago e su alcuni aspetti del coinvolgimento di Trump nella tentata insurrezione del 6 gennaio 2021 con l’attacco al Campidoglio su cui è al lavoro anche una commissione d’inchiesta. L’ex presidente ha definito la nomina una mossa “politica ed ingiusta. Non è accettabile. È così ingiusto. È così politico”.
Donald Trump, che nei giorni scorsi si è proclamato una “vittima” delle inchieste giudiziarie dicendosi più perseguitato di Al Capone, ha lanciato la sua nuova candidatura per la Casa Bianca. Nello stesso momento, mentre era impegnato a Bali per un vertice d’urgenza dei leader G7 e Nato presenti al G20 indonesiano, il presidente Joe Biden replicava al tycoon con un tweet: “Donald Trump ha tradito l’America“. Nell’annunciare la sua nuova candidatura, la terza, Trump ha sfidato ancora una volta l’establishment repubblicano, che dopo la pessima permormance del candidati trumpiani nelle elezioni di midterm, avrebbe preferito una pasua di riflessione. L’ex presidente, che le indiscrezioni volevano “furioso” nella notte elettorale, a causa dei risultati deludenti, non ha però voluto rimandare l’appuntamento. Trump non è più il leader assoluto del Partito repubblicano, incalzato da pretendenti come Ron DeSantis, il governatore della Florida, uscito trionfatore dal voto di midterm. Sebbene ancora popolare tra la base repubblicana, Trump deve fronteggiare anche le possibili candidature di altri esponenti dell’establishment del partito, come l’ex vice presidente Mike Pence, sempre più critici verso la sua gestione della fase successiva alla sconfitta elettorale del 2020, culminata con l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.