In occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo, "Cronache del Paradiso", l’autrice e conduttrice ha riflettuto sul suo passato, sulla sua famiglia e sul panorama politico italiano
“L’unica eredità che mi ha lasciato mio padre è il suo sense of humor”: si è raccontata a La Stampa Serena Dandini, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo, Cronache del Paradiso. L’autrice e conduttrice ha deciso di mettere per iscritto un racconto in grado di spaziare tra politica e brutti ricordi di famiglia: “Mio padre ha dilapidato tutto ed è stata una grande fortuna. Mi sono rimboccata le maniche e ho ottenuto più di quanto avrei fatto se cullata in qualche privilegio. Mi ha permesso di ripartire da zero, ero libera“. Oltre alla relazione con la figura paterna, dal libro della conduttrice emerge il suo complicato rapporto con la madre: “Sono cresciuta col giuramento di Tara, non sarò mai come lei che aveva rinunciato a lavorare per obbedire al marito. All’epoca, vivevo le sue scelte come una sconfitta. E invece crescendo ti riconcili con la fragilità che trovi anche dentro di te”.
Poi una riflessione sul presente: “In un momento infernale – spiega la storica protagonista della Tv delle ragazze e di tante trasmissioni Rai – ho voluto parlare di paradiso”. “Come diceva Dostoevskij, noi tutti siamo in paradiso, ma non vogliamo capirlo. Non si può non vedere che cambiamenti climatici, migrazioni, siccità, guerre sono fenomeni legati a doppio filo. Non possiamo pensare di risolverli abbassando il termosifone di mezzo grado o fermando una barca. Ambiente e diritti dovrebbero essere le prime due voci nell’agenda di tutti i Paesi”. E riguardo alla politica nostrana, Dandini riflette anche sulla figura di Giorgia Meloni: “Ha combattuto. Le donne di destra si sono fortificate perché hanno sempre dovuto avanzare in un mondo apertamente maschilista. Ma resta il fatto che siamo circondati da nazionalismi, egoismi e sovranismi. È tutto un chiudersi quando, invece, questo sarebbe il momento giusti per rilanciare”.