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Usa, la Camera va ai repubblicani e Nancy Pelosi lascia dopo 20 anni: non si ricandiderà come leader dei democratici

L’annuncio arriva il giorno dopo che i repubblicani hanno riconquistato la Camera alle elezioni di Midterm. Cresciuta a Baltimora, cominciò la sua ascesa in California come leader statale del partito e, 35 anni fa, come deputata per San Francisco, rompendo poi il soffitto di cristallo nel 2007 come prima donna speaker, per un totale di quattro mandati

È stata il volto del partito per vent’anni, nonché la prima speaker (portavoce) della Camera. Ma con le elezioni di midterm che hanno assegnato la “House” ai repubblicani, l’82enne Nancy Pelosi cede lo scettro del potere. Lo ha annunciato lei stessa, in un discorso in aula, precisando che resterà deputata della California ma che non si ricandiderà alla leadership di minoranza del partito alla camera bassa del Congresso, di cui è ancora speaker, per passare il testimone ad una nuova generazione. Esclusa quindi anche la nomina ad ambasciatrice americana a Roma da parte di Joe Biden, il primo a telefonarle per congratularsi per la sua “leadership storica” ed elogiare la sua integrità, la sua dignità e i suoi successi. L’annuncio arriva il giorno dopo che i repubblicani hanno riconquistato la Camera alle elezioni di Midterm, per ora con un solo seggio di scarto a votazione non ancora conclusa, e minacciato una serie di inchieste parlamentari contro l’amministrazione Biden: dal caotico ritiro dell’Afghanistan alla crisi del migranti, dalla pandemia agli affari cinesi di Hunter Biden, il figlio del presidente. Con la spada di Damocle di eventuali impeachment, anche se al Senato non ci sono i numeri per una condanna.

Pelosi ha dato l’annuncio quasi tra le lacrime ed è stata accolta alla fine da lunghi applausi e da una standing ovation bipartisan, segno del rispetto che era riuscita a conquistarsi anche tra i repubblicani, benchè per molti di loro sia rimasta un bersaglio. In parte, ha spiegato, la scelta è legata anche a quanto successo recentemente al marito Paul, aggredito in casa a martellate da uno sconosciuto che voleva attendere il ritorno della speaker e tenerla in ostaggio per interrogarla. “Questo è il cuore della democrazia americana. Non dimenticherò mai quando ho visto per la prima volta Capitol Hill, avevo sei anni. Oggi, come allora, penso che sia l’edificio più bello del mondo, per quello che rappresenta: la nostra democrazia, la nostra costituzione, i nostri ideali”, ha esordito. “Continuerò a servire il grande Stato della California e la gente di San Francisco ma non mi ripresenterò per il ruolo di leader dei democratici alla Camera“, ha quindi svelato, invitando a guardare “al futuro, a nuove possibilità”. “È arrivata l’ora per una nuova generazione di guidare il gruppo democratico e sono grata che molti siano pronti e desiderosi di prendersi sulle spalle questa meravigliosa responsabilità”, ha sottolineato. Una mossa emulata anche dal suo numero due, l’83enne Steny Hoyer, che spiana la strada ad un rinnovamento più ampio dei vertici, dove rimane ancora un altro ottuagenario, il numero tre Jim Clyburn.

Nel suo discorso Pelosi ha ricordato l’arco della sua carriera – “da homemaker a House speaker” – e le sue principali vittorie legislative, dal salvataggio dell’economia Usa nel 2008 all’Obamacare sino ai maxi stanziamenti dell’amministrazione Biden per la pandemia, le infrastrutture, il clima, l’inflazione, la leggi sulle armi. Cresciuta a Baltimora, di cui il padre fu prima deputato e poi sindaco, cominciò la sua ascesa in California come leader statale del partito e, 35 anni fa, come deputata per San Francisco, rompendo poi il soffitto di cristallo nel 2007 come prima donna speaker, per un totale di quattro mandati. Biden l’ha omaggiata come “la speaker più significativa della storia” e molti la considerano anche lo speaker più potente in più di un secolo. Nel corso degli anni è diventata icona di eleganza, oltre che una paladina della democrazia: tra le immagini consegnate alla storia, quando fece a pezzettini l’incendiario discorso di Donald Trump sullo stato dell’Unione e quando organizzò freneticamente la difesa dall’assalto al Capitol. Ora il suo testimone potrebbe passare al 52enne afroamericano Hakeem Jeffries di New York, in lizza per la successione insieme a Katherine Clark del Massachusetts e Pete Aguilar della California. Mentre la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, stella dei dem più radicali, plaude alla svolta e riconosce che la scelta di Pelosi è “un cambiamento epocale nella politica americana che avrà profonde conseguenze”.