Al voto hanno partecipato solo i consiglieri della maggioranza di centrosinistra: l’ordine del giorno di revoca è stato approvato con 21 voti favorevoli e un astenuto. In uno degli atti il Consiglio impegnava la giunta veronese a “non deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie "naturali" costituite da un uomo e una donna”, in aperto contrasto con una risoluzione europea approvata l'anno prima
A più di 27 anni dall’approvazione, nella seduta di giovedì sera, il Consiglio comunale di Verona ha scelto con un voto storico di cancellare tre mozioni dal contenuto omofobo che lo stesso organo aveva varato nel lontanissimo 1995. Nella prima, la numero 383 del 13 giugno, si faceva riferimento alla famiglia come unica “società naturale fondata sul matrimonio”. Nella seconda, la 393 del 30 giugno, si sottolineava che “la sola famiglia è quella costituita dall’unione uomo e donna e non dalla convivenza”. Infine, nella terza – la 336 del 14 luglio – il Consiglio impegnava la giunta veronese a “non deliberare provvedimenti che tendano a parificare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie “naturali” costituite da un uomo e una donna”. Un atto, quest’ultimo, in aperto contrasto con la risoluzione del Parlamento europeo A3-0028/94 approvata l’anno precedente, che chiedeva “agli Stati membri, nonché alle istituzioni, di adottare provvedimenti per porre fine ad ogni tipo di discriminazione contro lesbiche e omosessuali”.
Al voto hanno partecipato solo i consiglieri della maggioranza di centrosinistra, perché il centrodestra (fatta esclusione per il consigliere di “Verona Domani” Paolo Rossi) ha scelto di abbandonare l’aula. L’ordine del giorno di revoca, a prima firma della consigliera Jessica Cugini (Verona in Comune), è stato presentato dai capigruppo di maggioranza di Partito Democratico, Lista Tommasi Sindaco, Verona in Comune e Traguardi, e approvato con 21 voti favorevoli e un astenuto. “Il voto di ieri sera era parte del nostro programma e appartiene alla storia attuale di Verona”, sottolinea il sindaco Damiano Tommasi, eletto lo scorso giugno. “Si tratta di mozioni ampiamente superate dalle normative vigenti, ma era significativo dare questo segnale. Guardiamo ora avanti con la nostra idea di città europea, aperta e inclusiva. Non c’è stato nessun voto contrario, questo credo che sia significativo”.