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Condannata a 11 anni la fondatrice della start up che prometteva di rivoluzionare la diagnosi di molte malattie

Theranos era arrivata a valere quasi 10 miliardi di euro, ma la tecnologia che avrebbe dovuto sostituire gli esami del sangue non funzionava

Elizabeth Holmes è stata condannata a più di undici anni di carcere. La fondatrice ed ex amministratrice delegata di Theranos era accusata di aver truffato investitori, medici e pazienti. La star della Sillicon Valley rischiava fino a vent’anni. Lo scorso gennaio, una giuria l’aveva ritenuta responsabile di quattro capi d’accusa a danno degli investitori. Era stata assolta, invece, per i capi di accusa riguardanti la truffa ai danni dei pazienti, più difficile da provare perché l’ex ad della società non aveva comunicato direttamente con loro, a differenza di quanto aveva fatto con gli investitori, raccogliendo oltre 900 milioni di dollari. Tra coloro che hannp perso denaro nell’operazioni ci sono molti nomi noti, da Rupert Murdoch al magnate del software Larry Ellison ai fondatori di Walmart.

La donna aveva abbandonato dopo il primo anno l’università di Stanford per creare nel 2003 la sua start-up. L’idea vincente era quella di proporre una tecnologia più rapida, meno costosa e meno dolorosa rispetto agli esami del sangue per scoprire centinaia di malattie, dal cancro al diabete, prelevando poche gocce di sangue con un ago dal polpastrello anziché con una siringa dal braccio. Peccato che la macchina, chiamata Edison, non funzionasse come promesso. Ma nel frattempo molti avevano investito e i mini laboratori si erano diffusi ovunque, in particolare nelle catene di Walgreen e Safeway.

La società arrivò ad essere stimata quasi 10 miliardi di dollari. Holmes puntò molto sulle pubbliche relazioni, ingaggiando nel suo cda personalità del calibro degli ex segretari di Stato Henry Kissinger e George Shultz, degli ex ministri della Difesa James Mattis e William Perry, dell’ex ceo della Wells Fargo Richard Kovacevich. La manager corteggiò anche Bill Clinton e impressionò l’allora vicepresidente Joe Biden, che visitò i suoi laboratori nel 2015. La sua ascesa fu tale che Inc Magazine la definì “il prossimo Steve Jobs” – di cui era una ammiratrice ed emula – mentre Forbes la lanciò come “la più giovane miliardaria del mondo che si è fatta da sola” e Time la inserì nella blasonata lista delle persone più influenti del pianeta nel 2015.

Dinanzi ai giudici, la fondatrice di Theranos, ha detto: “Mi pento dei miei fallimenti con ogni cellula del mio corpo”.