Ha precedenti per droga, armi, violenza sessuale, lesioni, ricettazione, violazione di domicilio e due ricoveri psichiatrici, l’uomo sospettato di essere il killer delle tre donne accoltellate giovedì nel quartiere di Prati a Roma. Giandavide De Pau, 51 anni, è stato l’autista del boss Michele Senese detto o’ pazzo ed è stato individuato sabato mattina in zona Primavalle: aveva ancora addosso vestiti macchiati di sangue. La svolta sulle indagini sul triplice omicidio di Roma sarebbe legata anche ad alcune testimonianze raccolte dalle forze dell’ordine e probabilmente dalla segnalazione della sorella. De Pau, dopo un interrogatorio durato sette ore in cui ha raccontato alcuni particolari agli inquirenti, è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli. L’uomo è in cura psichiatrica da tempo e sta seguendo anche un percorso farmacologico. La Procura di Roma gli contesta il triplice omicidio aggravato. Gli agenti della mobile e dello Sco della polizia lo hanno rintracciato a casa della madre e della sorella dove si era rifugiato. Era ancora in stato confusionale. “Io non posso dire nulla, non voglio dire nulla perché sto male, e non ho intenzione di parlare, no comment” ha detto una donna uscita di corsa dall’appartamento di via Esperia Sperani e identificabile come la sorella. Alla domanda se fosse stata lei a chiamare le forze dell’ordine la donna ha risposto. “I fatti parlano da soli, non sono io a dover parlare” ha aggiunto prima di allontanarsi. Il nome dell’uomo era comparso nell’inchiesta “Mondo di mezzo” perché aveva accompagnato Senese a un incontro con Massimo Carminati (leggi l’articolo del 2014 di Marco Lillo).
“La situazione è sotto stretto controllo e riteniamo di poter affermare che la collettività possa tornare ad essere più tranquilla perché altri fatti collegati a questi tragici avvenuti non ci saranno”, aveva commentato sabato mattina in una nota il questore di Roma, Mario Della Cioppa, impossibilitato a dire di più alla luce delle norme “bavaglio” approvate lo scorso anno. “Siamo estremamente soddisfatti per il lavoro che sta portando avanti la Squadra Mobile e la Polizia scientifica, in sinergia informativa con l’Arma dei carabinieri, seguendo le indicazioni della Procura della Repubblica”, ma per i dettagli che riguardano lo stato delle indagini “dobbiamo confrontarci con il procuratore Lo Voi con il quale siamo costantemente in contatto per doveroso rispetto verso chi ha la direzione delle stesse e verso il lavoro che sta conducendo il pm titolare, insieme al capo della Squadra Mobile”.
Le vittime erano tre prostitute, due cinesi e una colombiana, uccise nelle loro abitazioni, a poche centinaia di metri di distanza, in via Riboty e in via Durazzo. Secondo quanto accertato il primo omicidio è avvenuto in via Durazzo, nelle primissime ore della mattina di giovedì. Martha Castano Torres, colombiana di 65 anni, è stata uccisa nel corso di un rapporto sessuale con una arma da taglio simile a uno stiletto. La donna è stata colpita più volte al torace ed è morta riversa sul letto. Dopo essersi allontanato con l’arma dal sottoscala al civico 38, è la ricostruzione degli investigatori, l’assassino ha raggiunto poi via Riboty 28, un percorso di circa 850 metri, circa 10 minuti a piedi molti meno, circa 4, con l’auto o un motorino. Lì l’uomo ha raggiunto una delle due donne cinesi nell’appartamento al primo piano: si è appartato per avere un rapporto sessuale durante il quale l’ha aggredita. Sentendo il trambusto e forse le grida d’aiuto la seconda donna presente nell’abitazione è intervenuta per bloccarlo ma il killer l’ha accoltellata a morte. In quel frangente l’altra ragazza, completamente nuda, ha tentato una fuga ma è stata raggiunta sul pianerottolo e colpita. Le due vittime cinesi non sono state ancora identificate.
La casa di viale Esperia Sperani, a Ottavia, periferia nord di Roma, dove è stato individuato l’uomo è piantonata. Nell’appartamento, dove è stata stesa una coperta sul terrazzo a coprire come un sipario l’interno, a quanto riferiscono i pochi vicini che si lasciano avvicinare vivrebbe la sorella dell’uomo. Ma pochi ricordano particolari significativi: “Mai visti giri strani non so chi sia”.
Qualcuno, più anziano, ricorda però il padre: “Con lui avevo confidenza – dice un uomo – ma è morto tanti anni fa”. Un altro anziano ricorda che in quella casa c’erano stati problemi con la giustizia, “ma tanti anni fa”, dice anche lui. Perlopiù i vicini sembrano colpiti quando gli si riferisce il sospetto che grava sull’uomo: “Ma possibile che era lui? Una persona così tranquilla“. Ciò che pare emergere dalle testimonianze è che il sospetto non vivesse stabilmente qui ma che ogni tanto si vedesse passare. Una donna anziana sostiene di avere invece parlato, una quindicina di giorni fa, con la sorella, che viveva nell’appartamento dopo la morte del padre: “una persona tranquilla, carina, che parlava un italiano corretto”. Qualcuno però ricorda i momenti della cattura: “Già da ieri – dice un condomino – ho visto movimento… Poi stamattina presto mi ha svegliato la polizia“.