Momenti di imbarazzo negli studi di “Tagadà” (La7), quando, in un dibattito incentrato sul viaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Bali, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri commenta: “Quando ho visto la stretta di mano tra la Meloni e Xi Jinping, mi sono augurato che la Meloni gli abbia detto che in Cina i diritti umani non sono garantiti e che lui è un pessimo dittatore. Mi auguro che la Meloni gliel’abbia detto. Io considero Xi Jinping un dittatore da abbattere e non un amico da blandire”.
“Facimm ‘a guerra pure alla Cina mo’” – commenta il leader di Unione Popolare, Luigi de Magistris – Dopo l’Ucraina, la Francia, la Germania mo’ pure ‘a Cina”.
Gasparri insorge: “De Magistris, guarda che in Cina c’è una dittatura”
“Sì, ho capito – risponde l’ex sindaco di Napoli – Ma se si rivolge a un capo di Stato dicendo che deve essere abbattuto, non mi sembra che lei sia un esempio di uno che sta al governo e che fa una dichiarazione equilibrata. Sono il primo a pensare che in Cina siano violati i diritti umani, però questa è una cosa diversa”.
Gasparri ribadisce che in Cina c’è una dittatura e che “la Cina è un paese nemico della democrazia”. De Magistris ripete che è cosa differente dire che il presidente cinese vada abbattuto. A fermare la querelle è la conduttrice Tiziana Panella che chiosa: “Sì, diciamo che la frase di Gasparri era ovviamente metaforica. Proverei ora a fare un passetto avanti”.