Un sinistro avvertimento sul possibile impiego di armi nucleari, il segno che ormai i russi stanno dando fondo a tutto, un modo per concentrare l’artiglieria su un falso obiettivo o disturbare i radar. L’intelligence militare della Nato è al lavoro per dare un senso al ritrovamento di un missile Kh-55 che da manuale e per impiego è utilizzato come vettore per portare una carica atomica, ma per fortuna in questo caso caricato da una testata inerte che è stata fotografata sulla linea di tiro di Kiev, probabile bersaglio intenzionale del colpo o del messaggio.

Sul web si rincorrono analisi sulle possibili spiegazioni del lancio con versioni molto diverse tra loro, a indicare l’allarme e la confusione che il ritrovamento del relitto ha innescato da subito. Tutti concordano che si tratti di quel missile, un oggetto pesante, veloce e anche molto costoso scagliato contro la capitale per motivi ancora ignoti, ma sicuramente senza le conseguenze che avrebbe avuto qualora fosse stato armato con la testata atomica per cui è progettato. Il sito Defence Express, consorzio di analisti ucraini e partner della difesa di Kiev pubblica le foto dell’ordigno e ripercorre tutte le tre ipotesi, partendo dal fatto che “l’applicazione del missile da crociera Kh-55 con un simulatore di una testata nucleare è un caso senza precedenti ed è abbastanza difficile da spiegare”.

Il responsabile della sezione “mondo militare” di Difesa Online Tiziano Ciocchetti spiega al Fatto.it: “Il Kh-55 è un missile strategico per obiettivi pesanti. Può essere equipaggiato sia con testate convenzionali che nucleari, così come altre armi strategiche russe come ad esempio gli Iskander. Quindi il loro utilizzo senza testate nucleari non vuol certo significare un esaurimento di scorte”.

Ma la questione, in attesa delle analisi del relitto, è controversa. “Quel missile è un vecchio arnese di epoca sovietica, non certo sofisticati mezzi di ultima generazione, ma costa almeno 13 milioni di dollari”, spiega l’analista David Rossi: “Non si buttano via così, a meno che non siano arrivati alla fine del loro ciclo di vita. Dunque è plausibile che sia stato lanciato sia come avvertimento che per necessità, perché i russi non hanno di meglio in questa fase di massiccia offensiva. Le due cose, a logica, nell’attuale contesto si legano perfettamente”.

UN MISSILE, ANZI DUE
La premessa è che di quel missile esistono due versioni, la Kh-55 e la Kh-555 non nucleare. Per quanto simili, cambiano le dimensioni e il peso perché nel secondo caso il potenziale distruttivo della carica consente di ridurre il serbatoio necessario a spingere la testata altamente esplosiva che richiede più spazio. I due ordigni possono essere modificati nell’una e nell’altra versione, ma non “sul campo”, non alla bisogna, ma in fabbrica e con modifiche importanti, costose e delicate per garantire controllo e precisione.

LE IPOTESI
La più inquietante è l’avvertimento. Dopo mesi di minacce di impiego di testate nucleari tattiche di fatto se ne vede una reale, ancorché a carica simulata. Un messaggio diretto a Kiev e al mondo per far capire che la minaccia può concretizzarsi davvero, e questa lettura è collegata alla massiccia reazione di Mosca alla presa di Kerson, con il lancio di centinaia di missili che hanno raggiunto anche Kiev. Di fatto, il più inteso, martellante, bombardamento dal 24 febbraio.
La seconda ipotesi è che il missile sia stato lanciato per sondare le capacità della contraerea di Kiev o addirittura per attirarla verso un falso bersaglio così da “bruciare” una massiccia quantità di mezzi, specie i costosi intercettori. Ma anche questa versione ha le sue falle, perché il K-55 lo è altrettanto.

Allora la quarta ipotesi ancora è che sia stato montato sul missile un complesso dispositivo radiotecnico per rilevare le stazioni radar e disturbarne le trasmissioni. Ultimo, l’errore umano: il missile doveva essere il K-55 per errore o volutamente (il sito ucraino adombra anche l’ipotesi corruzione) è stato scambiato con il Kh-555 che doveva essere consegnato al suo posto. Lo studio del relitto aiuterà a capire.

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