Torna la figura degli “idonei non beneficiari”. Grazie ai fondi del Pnrr, le regioni si sono adeguate alle direttive nazionali: accrescere l’importo delle borse di studio e allargare il pubblico degli aventi diritto. L'ateneo ha alzato la spesa da 6,5 a 7,5 milioni. Ma non è bastato: il Veneto non ha previsto fondi a sufficienza per tutti i richiedenti che rientrano nei parametri
“Sono anni che la Regione taglia sui fondi che dovrebbe investire nel diritto allo studio”. È la denuncia di Francesca Pollero, rappresentante dell’Unione degli Universitari di Padova. Il tema è riemerso quando oltre 2400 studenti dell’ateneo si sono visti rifiutare la richiesta di borsa di studio per l’anno scolastico in corso, pur avendone il diritto. Venerdì 11 sono uscite le graduatorie definitive per l’assegnazione: circa 200 studenti internazionali extra Ue e 2200 studenti italiani ed internazionali Ue, iscritti all’Università di Padova per l’anno accademico 2022-2023, non hanno ottenuto l’indennizzo in prima assegnazione per mancanza di fondi. Una perdita non da poco per chi non può permettersi di coprire autonomamente tutte le spese didattiche, di alloggio e i servizi. Un rifiuto a cui la Regione Veneto, per ora, non ha dato risposta.
Già nel 2018 era emersa la questione: numerosi giovani universitari, inquadrati come “idonei non beneficiari”, lamentavano di non aver ricevuto la borsa di studio pur rientrando nei parametri per richiederla. Per porre un freno a questa mancanza della Regione, che non avrebbe stanziato fondi a sufficienza per finanziare il diritto allo studio, l’Università di Padova cominciò a coprire parte degli investimenti, prelevandoli dal bilancio di Ateneo (che comprende finanziamenti ministeriali, tasse universitarie e altre entrate). Per alcuni anni la manovra ha funzionato: nel 2021 UniPd ha stanziato 6,5 milioni di euro e ha contribuito a eliminare, quasi completamente, la figura dell’idoneo non beneficiario.
Nel 2022 arrivano i problemi: “Nel 2021 il governo ha aumentato la platea degli idonei aumentando anche le borse – di circa 700 euro ciascuna – ma a questo non è corrisposto un aumento dei fondi, quindi il governo ha lanciato la palla alle singole regioni perché aumentassero gli investimenti”. Grazie ai fondi del Pnrr, le regioni si sono adeguate alle direttive nazionali: accrescere l’importo delle borse di studio e allargare il pubblico degli aventi diritto con l’innalzamento dei parametri Isee e l’abbassamento dei redditi medi. UniPd fa sapere che in un anno ha alzato l’importo stanziato da 6,5 milioni a 7,5 milioni di euro. Ma non è bastato, perché la Regione non avrebbe fatto i conti con la crescita esponenziale dei richiedenti, che ora vengono tagliati fuori dal sussidio senza una risposta dalle istituzioni.
Da quando è aumentato l’importo delle borse di studio, la spesa è schizzata: 21 milioni in più rispetto all’anno scorso. Di questi, 13 provengono dalle risorse del Pnrr; altri 7 rappresentano lo stretto necessario che la regione spende per l’accesso ai Fondi Integrativi Statali. In sintesi, il Veneto farebbe solo il minimo indispensabile, lasciando alle università il compito di coprire. E gli studenti protestano: “La cosa grave per noi – spiega Pollero a ilfattoquotidiano.it – è che con il Pnrr la Regione non avrebbe dovuto solo mantenere, ma aumentare i fondi del diritto allo studio. Ci aspettavamo investimenti a livello nazionale e regionale, speravamo che la Regione Veneto si mettesse dalla parte degli studenti visto che ospita un ateneo prestigioso”. Le maggiori critiche sono per l’assessore all’Istruzione, Elena Donazzan: “Conosciamo l’indirizzo della Regione – conclude Pollero – e conosciamo le posizioni di Elena Donazzan, che non si presenta ai tavoli a cui la invitiamo per discutere di queste tematiche. Negli anni l’abbiamo invitata più volte, ma ha sempre delegato. L’anno scorso sotto il palazzo della Regione le avevamo dato simbolicamente la coppa per la peggior assessora, ovviamente non siamo stati ascoltati neanche in quel caso”.
Non si è fatta attendere la presa di posizione dei rappresentanti dell’ateneo. In un’intervista a Il Mattino di Padova Antonio Parbonetti, prorettore al bilancio di Unipd, ha dichiarato: “Di per sé la materia è di competenza della Regione. Se arriveranno risorse aggiuntive le destineremo alle borse di studio”. A Padova si attendono i nuovi fondi del Pnrr, ma “stiamo ancora aspettando indicazioni precise su quando e come verranno stanziati”. Il 18 novembre gli studenti sono scesi in piazza, in una mobilitazione generale per difendere il diritto allo studio, in seguito alla giornata internazionale dello studente del 17 novembre.