Una follia partorita una decina d’anni fa in una delle votazioni più controverse (e probabilmente corrotte) della storia, in cui una ventina di boiardi del pallone decisero che fosse una buona idea portare la Coppa del Mondo in Qatar
Un mondiale di calcio nel deserto, dove le temperature possono raggiungere i 45 gradi e raramente scendono sotto i 30 nei periodi più freddi, il sole ti annebbia la vista, l’umidità ti si appiccica addosso e giocare a pallone è l’ultimo dei tuoi pensieri. Una follia partorita una decina d’anni fa in una delle votazioni più controverse (e probabilmente corrotte) della storia, in cui una ventina di boiardi del pallone decisero che fosse una buona idea portare la Coppa del Mondo in Qatar. E anzi, furono talmente pazzi o in malafede da pensare che si potesse fare addirittura d’estate, prima che il buon senso piegasse la storia alla realtà di un finale già scritto: lo spostamento del torneo a dicembre, sotto Natale, al costo di devastare i calendari di tutte le altre competizioni nazionali e internazionali.
Da settimane assistiamo allo spettacolo di campionati stravolti da una sosta di due mesi, partite ogni tre giorni, calciatori infortunati che rientrano a tempo di record per poi rifarsi male, o giocatori sani che preferiscono risparmiarsi perché hanno la testa altrove. Tutto per colpa di Qatar 2022 che sarà, tra le tante cose, anche e soprattutto il primo – e si spera l’ultimo – Mondiale d’inverno della storia. Ma non avrebbe dovuto esserlo. Quando nel maggio del 2010 l’emirato inviò la documentazione con cui poi si aggiudicherà l’evento, il dossier prevedeva solo ed esclusivamente la tradizionale collocazione estiva. Immaginate il disagio degli ispettori Fifa che tra luglio e settembre di quell’anno si recarono a Doha per ispezionare i siti che avrebbero dovuto ospitare il torneo, in un caldo torrido che rendeva fisicamente impossibile il loro lavoro. Infatti nel report di valutazione che la commissione stilò e recapitò nelle mani dei votanti, il Qatar risultava avere la proposta peggiore fra tutte le candidate (in corsa per il 2022 c’erano anche, Spagna–Portogallo, Corea del Sud, Giappone, Belgio-Olanda, e soprattutto Stati Uniti, sconfitti nel ballottaggio finale).
La candidatura del Qatar era l’unica infatti ad essere catalogata “ad alto rischio”. In particolare, i dubbi degli ispettori si concentravano proprio sul clima: gli organizzatori erano certi di risolvere il problema attraverso l’aria condizionata ma gli esperti non erano affatto convinti. “Il Qatar presenterebbe durante il torneo una temperatura media di 37 gradi di pomeriggio e 31 gradi la sera”, si legge ancora oggi nel documento, diventato un pezzo d’archivio. “Le strutture ancora non esistono e la tecnologia di raffreddamento necessaria non è mai stata testata. Il successo dell’evento dipende completamente dall’affidabilità di queste nuove tecnologie e dalla loro accettazione da parte delle squadre”. Una vera e propria incognita, insomma. Di solito il voto del comitato esecutivo Fifa è fortemente influenzato dal parere degli ispettori: i dirigenti scelgono la proposta migliore, la più affidabile per l’organizzazione. Ma non quella volta. Nella sorpresa generale (si dice dello stesso Sepp Blatter, l’ex grande capo del pallone, che avrebbe preferito gli Stati Uniti), il Qatar sbaragliò la concorrenza.
Secondo quanto votato nel dicembre 2010, il Mondiale in Qatar oggi avrebbe dovuto già essere finito, disputato lo scorso luglio, ad una temperatura percepita di oltre 40 gradi (altro che la famosa finale di Usa ’94 a Pasadena). E nonostante gli organizzatori continuino ad assicurare che per loro sarebbe stato indifferente, ci si rese presto conto che quella era un’assegnazione impossibile: è vero che il Qatar ha poi effettivamente organizzato altre manifestazioni estive (la prossima sarà la Coppa d’Asia 2023, in calendario tra giugno e luglio del prossimo anno), ma un Mondiale con milioni di tifosi concentrati in strada sotto il sole a quelle temperatura sarebbe stato insostenibile. Così già dopo pochi mesi dall’assegnazione, si iniziò a parlare di spostamento: a ottobre 2013 sarà la stessa Fifa a formare una commissione per valutare la data migliore per il torneo. Il lavoro che avrebbe dovuto essere fatto prima, arriva dopo il voto.
Il risultato è già scritto: considerando che a febbraio erano previsti i Giochi olimpici invernali (a Pechino), che in primavera inizia il Ramadan (intoccabile per i Paesi arabi), e che a settembre-ottobre non sarebbe cambiato poi molto dal punto di vista delle temperatura, non c’era altra scelta. Nel 2015 furono ufficializzate le date: si giocherà dal 20 novembre al 18 dicembre, e a nulla serviranno le proteste dei campionati nazionali, delle associazioni dei calciatori. La truffa è compiuta: come ordinare una Ferrari e vedersi consegnata una Panda. Con la complicità della Fifa, quello che era un Mondiale d’estate è diventato il Mondiale d’inverno. Buon divertimento…