Ha scatenato un forte dibattito la scelta di Francesca Guacci, la fitness influencer di 28 anni, di Massanzago in provincia di Padova. Seguita da oltre 45mila followers, la ragazza ha raccontato di aver effettuato una salpingectomia all’età di 22 anni (procedura chirurgica finalizzata alla rimozione di una o entrambe le tube di Falloppio, eseguibile in laparoscopia o con chirurgia aperta dell’addome) per escludere ogni possibilità di avere gravidanze naturali.

Tendenzialmente questo tipo di operazione viene eseguita nei casi di gravidanza extrauterina, endometriosi, carcinoma della tuba, sactosalpinge. Viene anche consigliata in via preventiva in casi di predisposizione della paziente a tumori. Può essere effettuata ad ogni età da persone maggiorenni ed è convenzionata dal sistema sanitario nazionale.

L’influencer spiega di aver riflettuto sulla possibilità dell’intervento sin dall’adolescenza manifestando ansia e terrore ad ogni rapporto sessuale e di aver incontrato nel suo percorso numerosi medici obiettori, che hanno tentato di dissuaderla con commenti quali “se tutte le donne fossero come te il mondo sarebbe un posto peggiore” o ancora, “sei una bambina immatura se ti comporti in questo modo”.

Partiamo dal presupposto che ad ogni donna dovrebbe essere garantita la possibilità di scelta per quanto concerne il proprio corpo e il desiderio o meno, di diventare madre, ma il caso specifico ci invita a una riflessione: è necessario che in particolar modo le giovani ragazze abbiano accesso ad informazioni attendibili sul funzionamento corretto e l’altissima efficacia del vasto numero di anticoncezionali che oggi si hanno a disposizione e dell’assistenza medico e specialistica appropriata.

La scelta compiuta da Francesca Gaucci (peraltro in giovane età), che non potrà più avere gravidanze se non tramite fecondazione assistita, va ovviamente rispettata. La ragazza ha però raccontato di aver raccolto informazioni su questa operazione tramite internet, non avvertendo empatia e predisposizione da parte dei medici ai quali si era rivolta nell’accogliere le sue domande e la sua richiesta.

Come in ogni scelta drastica e significativa che riguarda non solo la propria vita, ma anche il proprio corpo, dovrebbe esserci la necessità di rapportarsi alla paziente senza denigrarla o giudicarla, ma accompagnandola con consapevolezza verso quelle che sono le conseguenze e i risvolti (anche psicologici) immediati e quelli a lungo termine.

Con il passare del tempo, infatti, prospettive, ideologie e scelte di vita possono andare incontro a mutamenti e una decisione estrema. Se non adeguatamente supportata potrebbe comportare ripensamenti, sensi di colpa, angoscia e frustrazione. Nel panorama attuale deve essere un diritto e un dovere fornire ad una donna l’accesso a qualsiasi informazione e possibilità alternativa, affinché sia aiutata dapprima a vivere serenamente la propria vita sessuale e, in secondo luogo, a riflettere sulla possibilità di come e se diventare madre in futuro.

Ancora una volta, quando si parla del mondo femminile, il focus è spesso incentrato sul giudizio per la decisione finale della donna in questione. Ciò per cui invece dobbiamo lavorare è far sì che le donne prendano con assoluta serenità e consapevolezza le decisioni che le riguardano così intimamente, affinché la probabilità di pentimento in futuro sia la più bassa possibile.

Ringrazio la dr.ssa Silvia D’Antona per la collaborazione

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