Il televangelista e centinaia di suoi seguaci sono stati arrestati nel 2018 dopo che un raid della polizia nella sua villa ha rivelato che gestiva un giro criminale sotto le spoglie di un culto islamico eterodosso che portava avanti campagne internazionali contro l’evoluzione. Adesso le condanne
Abusi sessuali su minori, torture, frode, rapimento e creazione di un’organizzazione criminale. Con queste pesanti accuse, un tribunale di Istanbul ha condannato a 8.658 anni di carcere, una delle pene detentive più lunghe al mondo, un telepredicatore turco a capo di una setta coinvolta in una lunga lista di crimini. Adnan Oktar, 66 anni, in carcere dal 2018, è noto per i suoi numerosi scritti, pubblicati con lo pseudonimo di Harun Yahya, in difesa del creazionismo contro la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. Il telepredicatore, che dirigeva un proprio canale tv online attraverso il quale teneva sermoni religiosi circondandosi di giovani donne svestite che chiamava ‘gattine’, è stato accusato di aver utilizzato membri della sua setta per offrire servizi sessuali a personaggi pubblici, da politici a giornalisti, mentre raccoglieva informazioni private da questi clienti per scopi criminali.
Il televangelista e centinaia di suoi seguaci sono stati arrestati nel 2018 dopo che un raid della polizia nella sua villa ha rivelato che gestiva un giro criminale sotto le spoglie di un culto islamico eterodosso che portava avanti campagne internazionali contro l’evoluzione. Anche il suo canale televisivo venne chiuso. Nel gennaio del 2021, gli era stata inflitta una pena detentiva di 1.075 anni, ma la Corte d’appello ha annullato la sentenza per un vizio di forma, ordinando un nuovo processo che ha coinvolto 215 imputati: le accuse comprendevano la creazione di un’organizzazione criminale, spionaggio politico e militare, abuso sessuale di minori, stupro, ricatto e tortura. Ad Oktar e altri 10 imputati il tribunale ha inflitto 8.658 anni di carcere, mentre molti altri sono stati condannati a pene più brevi. Tra le accuse contro il guru c’è anche quella di aver aiutato la rete guidata dal predicatore islamico turco, residente negli Usa, Fethullah Gulen, ritenuta da Ankara responsabile dell’organizzazione del golpe nel 2016.