Dura invettiva dell’esponente del Pd, Goffredo Bettini, che, ospite di “Omnibus” (La7) per presentare il suo ultimo libro “A sinistra. Da capo” (edito da Paper First), definisce ‘fandonie’ le accuse di comunismo all’ala dem critica col modello economico capitalistico. “Nel Pd – osserva Bettini – c’è una parte che ha una posizione, non dico apologetica, ma condiscendente sullo sviluppo così com’è. C’è un’accettazione delle cose come vanno. C’è poi un’altra parte del Pd che invece è critica. Oggi sul Giornale c’era una paginona in cui sono stato insultato con tante cose inesatte e malevole. La parte critica del Pd non è che vuole tornare al comunismo. Sono tutte fandonie, il comunismo non c’è più. Ma dove sono i comunisti nel mondo? Persino la Cina è un paese che è molto difficile definire comunista. Dove sta questo pericolo del comunismo? Chi dice che la parte critica del Pd vuole tornare al comunismo, in realtà, non vuole neanche una critica allo stato delle cose e non accetta nessuna increspatura, perché è considerata comunista”.
Bettini auspica un congresso dem in cui ci sia un confronto “chiaro e non reticente fra linee politiche” e aggiunge: “Noi siamo il Partito democratico e, come dice la parola, chi perde non si ingrugna. Ci sia quindi un congresso in cui si discuta e si faccia una scelta precisa, non su allusioni del tipo “Io sono riformista”. La parola ‘riformista’, detta così, non significa più niente, perché lo dicono tutti. Dobbiamo dare nome e cognome. Le correnti? – continua – Ho fatto una battaglia frontale sulle correnti sin dal 2011, col mio libro “Oltre i partiti”. Però per anni io sono rimasto solo su questa posizione. Oggi la battaglia la fa chi ha frequentato le correnti e dalle correnti è stato espresso più volte in Parlamento. Io conosco solo 4 o 5 dirigenti del Pd che invece hanno avuto coerenza. Quindi, le lezioni vanno fatte con prudenza”.