C’è un aspetto che non mi pare sia emerso nella analisi della vicenda che ha visto la messa all’indice da parte del governo ucraino della professoressa Donatella Di Cesare verso cui l’associazione che presiedo nutre profonda stima.

Se Aushwitz è nulla. di Donatella Di CesareL’aspetto sottaciuto è l’impegno con cui Di Cesare ha lavorato sulla Shoah denunciando l’antisemitismo. E‘ autrice, fra l’altro, del saggio storico Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo. Ma anche nell’ambito dell’analisi filosofica ha presentato una prospettiva inedita su Heidegger nei quaderni neri, ai quali ha dedicato due libri che hanno suscitato un intenso dibattito fra importanti filosofi. In essi, fra l’altro, concludeva che l’antisemitismo metafisico solleva inquietanti interrogativi e rinvia alla responsabilità della filosofia nello sterminio. Dopo questi lavori, Donatella Di Cesare fu minacciata e costretta a vivere sotto scorta per tre anni.

Ritengo che oggi queste posizioni della studiosa non siano estranee alla sua messa all’indice (di lei in particolare fra i tanti intellettuali italiani che ne condividono la visione sulla guerra) da parte di un regime (così ritengo un paese che mette fuorilegge tutti gli altri partiti) che in più occasioni non è riuscito a nascondere radici storiche naziste e simpatie neonaziste.

L’ultima dimostrazione di questa tendenza ideologica sono i voti in sede Onu sulla risoluzione dal titolo Combattere l’esaltazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza ad esse correlata. L’anno scorso il blocco Ue si era astenuto insieme ad alcuni paesi del blocco occidentale non europei e solo Ucraina e Usa avevano votato contro, mentre Israele e il resto del mondo avevano votato a favore. Quest’anno il voto ha inusitatamente visto contrari, oltre all’Ucraina e agli Stati Uniti, tutti i paesi Ue e alcuni alleati occidentali, come Giappone e Canada.

Va detto che la risoluzione era presentata dalla Russia ed alcuni Stati anche non europei sono intervenuti supportando un emendamento perché, hanno dichiarato, “la Russia continua a cercare di giustificare la sua aggressione territoriale contro l’Ucraina sulla presunta base dell’eliminazione del neonazismo. Questa risoluzione è un veicolo per la Russia per continuare a promuovere questa falsa narrativa”. Tuttavia l’anno scorso non vi era ancora stata l’invasione e Kiev aveva votato contro la risoluzione.

In conclusione, se è vero che le recenti dichiarazioni e analisi della professoressa Di Cesare sulla guerra sono state il fattore scatenante dell’attacco al suo indirizzo da parte di Kiev, certamente alla base non vi sarà stata una posizione di neutralità nei confronti della studiosa antinegazionista della Shoah da parte di chi afferma di leggere Kant al battaglione Azov, ma non ritiene un dovere condannare la propaganda nazista e neonazista e prendere nei fatti le distanze dalle vestigia naziste per essere al di sopra di ogni sospetto.

Di seguito il dettaglio dei voti della risoluzione nel 2022 (in alto) e nel 2021 (in basso)

(legenda: verde con + favorevole, rosso con – contrario, giallo con x astenuto).

Tabellone ONU Propaganda nazista

voto ONU contro il nazismo 2021

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