Il monegasco - grazie a una strategia Ferrari finalmente vincente - è riuscito a ottenere il secondo posto in classifica davanti a Perez. L'inglese ha concluso con un ritiro una stagione triste. E poi l'addio di Vettel e la situazione in casa Red Bull: le sentenze della gara di Yas Marina che ha chiuso il campionato
Quando la classe non è acqua. Quella di Charles Leclerc ad Abu Dhabi, che solo grazie al talento — e alla strategia a una sosta finalmente decisiva del muretto Ferrari — riesce ad avere la meglio su un Sergio Pérez (non perfetto) per il secondo posto Piloti. Il messicano, in crescita a fine stagione, perde troppo tempo nelle secondo stint di gara e anche in fase di doppiaggio, il monegasco è super nel rispondere con tempi bassi, nonostante gomme dure meno fresche. Il terzo posto per il messicano è più una sconfitta che un traguardo, specie con una Red Bull competitiva come quella di quest’anno, capace di prendere il largo dall’Ungheria in avanti (e i quasi due milioni sfogati nel budget cap non possono scalfire comunque il valore di una RB18 così). Lo dimostra anche i soli due decimi di distacco tra Pérez e Liam Lawson, il giovane neozelandese dell’Academy Red Bull, durante le prime libere del venerdì.
Leclerc, ottima stagione. E ora il ruolo di prima guida?
Leclerc è dunque meritato secondo, dopo aver corso una stagione valida, con giusto qualche sbavatura. Tolti gli errori di Imola e Le Castellet, il monegasco merita un voto alto. E l’anno prossimo potrebbe avere dalla sua il ruolo di prima guida che spesso, con qualche sofferenza di troppo (vedasi Silverstone e Brasile), ha fatto notare in pista. Le voci smentite dalla Ferrari, se in inverno avranno certezza, porterebbero Frédéric Vasseur dall’Alfa Romeo-Sauber a Maranello al posto di Mattia Binotto. Un aiuto per Leclerc, dato che il francese è stato il primo suo team principal con la scuderia elvetica nel 2018. Perché per molti esperti e amanti della Rossa, l’anno prossimo è giusto dare degli ordini di scuderia, onde evitare alcune situazioni come quelle viste nel corso di questa stagione.
Red Bull, c’è da ricostruire il rapporto Verstappen-Pérez
Se la Ferrari avrà questo compito in vista del 2023, la Red Bull ha dalla sua due piloti che non vanno più d’accordo. La debole scia di Verstappen nelle qualifiche del sabato, il consiglio via radio in gara questa domenica, sul poco degrado delle hard, non sono sufficienti per ristabilire la pace. L’incidente di Montecarlo nella lotta alla pole che ha impedito al Campione 2022 di migliorarsi, la mancata scia in Francia concessa dal messicano, con conseguenti repliche di Verstappen nei confronti del compagno: sia nelle qualifiche a Spa, che nel sesto posto non concesso in Brasile. Tra l’olandese e Pérez non c’è più il rapporto dello scorso anno — quando “Checo” si difese strenuamente su Lewis Hamilton permettendo a Max di riavvicinarsi —, e nel 2023 ci sarà bisogno di un maggior lavoro di squadra.
Mercedes, Hamilton chiede una macchina vincente nel 2023
Giochi di scuderia importantissimi specie in caso di “arrivo” della Mercedes, apparsa più pimpante a Città del Messico e in Brasile, prima del passo indietro finale di Yas Marina. L’augurio è che anche Stoccarda possa esserci, per una battaglia a tre con Red Bull e Ferrari dal prossimo Mondiale, che partirà piuttosto in anticipo, il 5 marzo in Bahrain. Quello che vuole anche Lewis Hamilton, dopo il mesto ritiro di Abu Dhabi che è la fotografia della sua stagione. Lo stesso che ha già “avvertito” il team, obbligato a dargli una macchina in grado di lottare per il titolo.
Vettel, addio al “pilota-politico”
Infine, la F1 tributa un grande saluto a Sebastian Vettel. Lascia uno dei grandi, nel finale di carriera diventato forse più “politico” che pilota. Lottando al fianco dell’amico-rivale in pista, Lewis Hamilton, in favore dell’ambiente, dei diritti delle donne (specie nei paesi mediorientali) e dei diritti Lgbt. Proprio l’inglese è stato diretto in conferenza stampa pre Abu Dhabi con Seb — “Altri grandi sono tornati, non mi stupirei che lo faccia anche tu” — e chissà che il tedesco possa seriamente farlo, magari in altre competizioni. La relazione con l’Aston Martin era logora, specie con il raccomandato figlio del capo del team, Lance Stroll, come compagno di scuderia. Vettel era stanco di dover acconsentire a certi ordini dai box, come in Francia, quando con un passo più veloce è stato costretto a rimanere dietro al canadese. Goccia che ha fatto traboccare il vaso e che gli ha fatto pensare che stare vicino alla famiglia, nel prossimo futuro, sia la cosa migliore. Per quello più lontano, invece, mai dire mai.