Fu il Partito democratico a non volere la nascita di un nuovo governo di Mario Draghi. Lo sostiene Matteo Renzi nell’edizione aggiornata de Il Mostro, il suo libro edito da Piemme. Il leader d’Italia viva ritorna alle ore immediatamente precedenti alla fine del governo Draghi, il 20 luglio scorso nell’aula di Palazzo Madama. “Dopo che il Movimento 5 Stelle ha annunciato che non voterà la fiducia anche la destra prende le distanze. Lega e Forza Italia non vogliono che i ministri grillini rimangano dentro (…). Se anche la destra non vota la fiducia è tutto finito e si va a votare”, scrive l’ex segretario del Pd, nelle anticipazioni diffuse dal Corriere della Sera. “Se voglio fare qualcosa – prosegue Renzi – devo muovermi. Avvicino il ministro Giorgetti in aula. Ci provo: ‘Giancarlo, sai meglio di me che sarà un autunno complicato. Se mandiamo a casa Draghi per chiunque governerà sarà peggio. Anche per voi’. ‘Ho capito ma a questo punto che si può fare?’. Gli dico: ‘Prova a convincere il tuo’ indicando (…) Salvini. ‘Se dice davvero di sì al Draghi bis, io provo a convincere il Pd’.
In quel momento Lega sembrava disposta a far nascere un nuovo esecutivo guidato sempre dall’ex presidente della Bce. “Giorgetti sale le scale, confabula con Salvini per qualche minuto. Poi si girano. Salvini mi fa segno con la testa che lui sul Draghi bis c’è e Giorgetti scende le scale a confermarlo. Non è entusiasta, anzi. (…) Ma il primo step è fatto: la Lega c’è. E se c’è la Lega, Forza Italia non può che starci”. E’ a quel punto, sempre secondo il racconto di Renzi, che il Pd si defila. A parlare per i dem è il ministro della Cultura: “Fermo Franceschini, lo vedo scettico: ‘A noi conviene lasciare che sia la destra a intestarsi la fine di Draghi. E a quel punto si va a votare. Noi faremo una campagna elettorale tutta impostata sul rivendicare Draghi e lasceremo che Di Maio svuoti i 5 Stelle‘. ‘Ma sei sicuro, Dario? Ci sono due mesi e c’è l’estate nel mezzo. Questo Paese ha la memoria di un criceto, nessuno si ricorda quello che è successo la settimana scorsa e secondo te qualcuno ti darà (…) il merito di Draghi? Che poi tanto ti allei con la sinistra che era contro Draghi. E poi dove pensate che vada Di Maio? Non sposta nulla. Non ha un voto‘.
In effetti la previsione di Franceschini era clamorosamente errata: rivendicare Draghi si è rivelata una strategia fallimentare per Enrico Letta, che infatti ha eliminato quasi totalmente i riferimenti al vecchio esecutivo nella parte finale della campagna elettorale, mentre come è noto Impegno civico, la lista creata da Di Maio dopo la scissione dal M5s, non è neanche arrivata al punto percentuale. Eppure, secondo Renzi, Franceschini aveva chiuso la porta a un Draghi bis: “Vabbè, ma qual è l’alternativa? Noi non possiamo stare al governo con la Lega e senza i grillini”, avrebbe detto l’ex ministro secondo Renzi. Che come è noto aveva un’opinione opposta: “Meglio stare al governo con la Lega e senza i grillini che vedere tra tre mesi qui un governo con la Lega e Giorgia Meloni premier’ dico io. Ma capisco che la strada è in salita”.
Renzi racconta pure di un incontro con Draghi: “Siamo entrambi in aula. Gli mando un sms. Ci incrociamo con lo sguardo. Esco prima io, così che nessuno si accorga di nulla. (…) ‘Mario, c’è un unico modo per tenere aperta la partita. (…) Prendi la parola e annunci che vai a dimetterti senza attendere il voto. E a quel punto si fanno le consultazioni e la maggioranza delle forze politiche indica il Draghi bis per 10 mesi, da qui a maggio 2023. Ci sarà un nuovo governo guidato ancora da te con i grillini all’opposizione”. Ma neanche l’ex presidente del consiglio sembrava d’accordo su una sua permanenza a Palazzo Chigi: “Draghi non mi sembra per nulla convinto – scrive Renzi- Mi sento come quello che vuol convincere gli altri ma che rimane da solo. (…) Il governo non riceve la fiducia di Forza Italia, Lega e 5 Stelle. L’esperienza Draghi è finita. (…) Chi ha vinto la partita senza giocarla è Giorgia Meloni“. Il leader d’Italia viva racconta dunque di avere sempre mantenuto in dialogo personale con la capa di Fdi: “Alle 21.38 sono in collegamento televisivo con il Tg1 . ‘Ma la smetti di stare in tv? Tanto non ti vota nessuno’ mi scrive la Meloni. ‘Devo prendere il 5% per fare opposizione al nuovo governo’ le replico scherzoso. Risate ed emoticon. Poi mi faccio serio: ‘Però è incredibile: lavorano tutti per te’. Lei ride: ‘Manchi solo tu‘. Certo! Qualcuno che rimanga a fare una vera opposizione ci vuole: tocca a noi”.