“A scuola non si fanno più, come si dovrebbe, le prove di evacuazione”. A lanciare l’allarme in occasione della ventesima Giornata nazionale della sicurezza negli istituti scolastici, è l’associazione Cittadinanzattiva. A denunciare la situazione non sono solo le storie raccontate dagli studenti ma i numeri: nello scorso anno scolastico (secondo i dati di Cittadinanzattiva), le prove di evacuazione, obbligatorie almeno due volte all’anno, sono state effettuate in poco più della metà delle scuole (56%), non sono state fatte nel 33% o sono state coinvolte solo alcune classi nell’11%. Non solo. Laddove sono state eseguite, hanno riguardato quasi esclusivamente il rischio incendio (99%) e quello sismico (77%), ben poco (5%) il rischio alluvione, nonostante il verificarsi sempre più frequente di fenomeni atmosferici estremi che stanno colpendo il nostro Paese.
Una situazione “preoccupante e intollerabile” per la responsabile scuola dell’associazione, Adriana Bizzarri. Eppure la fotografia sulla sicurezza delle nostre aule non è confortante: su 40.293 edifici scolastici oltre 17 mila (il 42%) sono situati in zona uno e due – ossia a medio ed elevato rischio sismico – e circa sei mila (circa il 15%) in aree a rischio idrogeologico.
Nessuno può sentirsi sicuro a stare in classe. Basti pensare che tra settembre 2021 e agosto 2022 “Cittadinanzattiva” ha contato quarantacinque crolli di soffitti o contro soffitti o altro, di cui sedici nelle regioni del Sud e nelle Isole; diciannove nel Nord; dieci nelle regioni del Centro: episodi che talvolta hanno provocato il ferimento di alcune persone oltre che danni agli ambienti e agli arredi, interruzione della didattica, provocando ingenti disagi agli studenti e alle loro famiglie. Solo da settembre 2022 ad oggi ci sono stati altri diciannove crolli.
Nonostante i ripetuti appelli lanciati da “Cittadinanzattiva” e “Legambiente” ben oltre la metà delle scuole non è in possesso del certificato di agibilità statica (assente per quasi il 58% degli istituti), né quello di prevenzione incendi (circa il 55%). Oltre il 40% è privo del collaudo statico. In particolare il quadro per gli istituti secondari di secondo grado è preoccupante. In merito alla sicurezza dal punto di vista sismico, la situazione delle superiori è grave: soltanto l’1% è stato migliorato o adeguato sismicamente e solo il 9% è stato progettato secondo la normativa antisismica. Così pure dal punto di vista della sicurezza interna: il documento di valutazione rischi ce l’ha solo il 76% delle scuole.
“Occorre non solo accelerare interventi sulla sicurezza e sulla manutenzione delle strutture scolastiche per evitare il ripetersi di crolli ma anche tenere alta l’attenzione su comportamenti e procedure da adottare per sperimentare come fronteggiare i rischi presenti sul nostro fragile territorio”, spiega Adriana Bizzarri.
“Insieme a Save The Children – continua la coordinatrice – ci auguriamo che nella prossima legge di Bilancio siano stanziate risorse economiche adeguate a garantire il supporto psicologico, sociale e educativo alle giovani vittime di eventi emergenziali e alle loro famiglie. Altrettanto importante è garantire il pieno accesso alla giustizia alle vittime di tali eventi, prevedendo che siano ammesse al patrocinio a spese dello Stato anche in deroga ai limiti di reddito previsti.”