È passata alla storia come la tata-fotografa, ma gli scatti di Vivian Maier raccontano di una donna che ha saputo meglio di ogni altro raccontare le strade e la vita degli Stati Uniti. Ad ospitare le sue opere, dal 16 dicembre, sarà il complesso museale Santa Maria della Scala di Siena, che darà la possibilità al visitatore di entrare nella vita di Maier attraverso 93 autoritratti dell’artista americana.
La mostra (dal titolo “Vivian Maier. The Self-Portrait and its Double”) a cura di Anne Morin (di Chroma photography) e Loredana De Pace, promossa dall’associazione Lux-Dopolavoro fotografico e organizzata dal Comune di Siena, in collaborazione con la fondazione “Antico Ospedale Santa Maria della Scala” ripercorre l’opera della fotografa riscoperta dopo la sua morte. Maier, infatti, ha lavorato come bambinaia dai primi anni Cinquanta e per oltre quarant’anni.
Tutta la sua vita è trascorsa nell’anonimato fino al 2007, quando il suo corpus fotografico è venuto alla luce grazie alla tenacia di John Maloof, anche lui statunitense, giovane figlio di un rigattiere. Il ragazzo, volendo fare una ricerca sulla città di Chicago e avendo poco materiale iconografico a disposizione, decise di comprare in blocco per 380 dollari, ad un’asta, il contenuto di un box zeppo degli oggetti più disparati, espropriati per legge ad una donna che aveva smesso di pagare i canoni di affitto. In tutto quel materiale, Maloof, trovò anche una cassa contenente centinaia di negativi e rullini ancora da sviluppare.
Dopo aver stampato alcune foto, Maloof le pubblicò su Flickr ottenendo un interesse entusiastico e virale al punto da portarlo ad approfondire la sua ricerca: fece delle indagini sulla donna che aveva scattato quelle fotografie e venne a sapere che Vivian non aveva famiglia ed aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia soprattutto nella città di Chicago dove durante le giornate libere e i periodi di vacanza era solita scattare foto della vita quotidiana delle città.
Il suo hobby travolgente ha finito per farla diventare una pioniera della street photography, anticipando i tempi e le mode, al punto che nella storia della fotografia si colloca a pieno titolo al fianco di Diane Arbus, Robert Frank, Helen Levitt e Garry Winogrand. Attraverso la fotocamera Rolleiflex e poi anche con la Leica, la tata fotografa è stata capace di trasportare i visitatori per le strade di New York e Chicago, dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell’artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante.
Nelle splendide immagini in mostra al pubblico – dal 16 dicembre 2022 al 16 marzo 2023 – al complesso museale Santa Maria della Scala, i visitatori potranno conoscere la seconda metà del Novecento americano nello sguardo di un’icona della storia della fotografia in una location quanto mai affascinante quale quella dell’antico Ospedale nel centro storico di Siena.