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Beatrice Venezi vuole creare un albo dei critici musicali (ma non solo): “Chiunque abbia uno smartphone fa ‘critiche'”

E' stata nominata consigliere per la musica dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – che l’ha preferita per questo ruolo a Morgan - e ha già le idee molto chiare: "Penso a un percorso di formazione specializzato e a un albo dei critici professionisti. Nella mia visione mi spingo oltre: non solo per la musica, ma per la critica tout court. Penso che ci sia bisogno di inquadrare meglio i ruoli"

di Francesco Canino

Beatrice Venezi vuole creare un albo dei critici musicali. La popolare direttrice d’orchestra è appena stata nominata consigliere per la musica dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – che l’ha preferita per questo ruolo a Morgan – ma ha già le idee chiare sulle proposte che vorrebbe introdurre. A cominciare dalla revisione del Fus, il fondo unico per lo spettacolo, fino alla questione esterofilia (“c’è bisogno di sostenere i nostri professionisti”) e supporto, anche economico, degli artisti ispirandosi al modello francese. Ma l’idea che sta facendo più discutere in queste ore è appunto quella che riguarda l’introduzione di un albo dei critici e che si intreccia, secondo il suo punto di vista, a quello del merito.

PERCHÉ BEATRICE VENEZI VUOLE UN ALBO DEI CRITICI
Beatrice Venezi ha raccontato al Corriere della Sera qual è il solco che intende tracciare con il suo ruolo di consigliere per la musica e quanto la questione del merito sia centrale. “L’artista va valorizzato per quello che sa fare. E sostenuto anche economicamente”, ha spiegato in una lunga intervista. Poi ha aggiunto: “Vedo che oggi chiunque sia dotato di uno smartphone si erge a critico. E certe ‘critiche’, chiamiamole così, possono esaltare o affossare la carriera di un artista. Ecco perché penso a un percorso di formazione specializzato e a un albo dei critici professionisti. Nella mia visione mi spingo oltre: non solo per la musica, ma per la critica tout court. Penso che ci sia bisogno di inquadrare meglio i ruoli”, ha sottolineato, innescando un acceso dibattito tra gli addetti ai lavori.

LA TROPPA ESTEROFILIA NEI TEATRI ITALIANI
Un altro tema chiave che emerge dalle parole del Maestro Venezi (lei stessa in passato ha insistito per essere chiamata Maestro, in quanto titolo accademico preciso, e non Maestra) è la questione che riguarda la tutela degli artisti. “L’artista è pagato a prestazione, dunque le spese anticipate per le prove, per esempio, non sono coperte. Penso che sia da rivedere questo meccanismo, prendendo esempio da altri paesi, come la Francia, per dire, dove all’artista è riconosciuto uno status ben diverso e dunque le tutele sono maggiori”, ha precisato nell’intervista. Poi ha detto a chiare lettere che nei teatri italiani c’è troppa esterofilia. “Cantanti, musicisti, direttori d’orchestra di altri Paesi riempiono i cartelloni. Per carità, il merito è merito e con questo non voglio dire di essere contraria ad ingaggiare professionisti non italiani. Ma penso che ci sia bisogno di sostenere anche i nostri. Non solo in Italia, ma anche quando si espongono all’estero, in contesti internazionali”.

I RAPPORTI CON MORGAN
Nell’intervista al Corriere c’è poi spazio per un passaggio su Morgan, cui la Venezi ha “scippato” il ruolo di consigliere per la musica dal ministro della Cultura, per il quale era stato caldeggiato da Vittorio Sgarbi. Ma tra il cantautore e la popolare direttrice d’orchestra non c’è alcuno screzio, precisa lei: “Con Marco ci siamo scritti dei messaggi. Lui ha ironizzato sull’aver pianto per questa sua esclusione, ma io gli ho ribadito che la sua visione sarà necessaria nel percorso che stiamo per intraprendere, perché non c’è solo la musica classica, che è il mio ambito di lavoro, ma c’è anche altro, in cui lui può essere prezioso”. A sua volta Morgan ha fatto sapere di non aver mai chiesto nulla per la collaborazione con il Ministero e che la Venezi è la persona giusta al posto giusto: “L’aver nominato Beatrice è giustissimo, è perfetto, lei ha anche grandi capacità di coordinatrice. Io sono più un artista divulgatore, un uomo di spettacolo”.

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