“Sono contenta del lavoro fatto e dell’approccio da bilancio familiare” della manovra. Ovvero, “si parte dalle cose utili e irrinunciabili e ci si assume la responsabilità di quelle scelte”. Così Giorgia Meloni in conferenza stampa rivendica le scelte fatte nella legge finanziaria: “Non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche e la presenta un governo che in appena un mese ha scritto e presentato una manovra che ricalca e racconta di una visione politica“, ha spiegato la premier. Sottolineando che le (poche) risorse sono state concentrate su alcune priorità. Alla base della manovra “che conta complessivamente 35 miliardi di euro ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo” e, dall’altra parte “la giustizia sociale, vale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi“, spiega Giorgia Meloni, illustrando una manovra che però punta a cancellare il reddito di cittadinanza dal 2024 e che dimentica le misure contro il lavoro povero, prevedendo solo un piccolo taglio del cuneo fiscale.
Caro bollette – Come annunciato, “la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore”, spiega Meloni. “Un’altra scelta – aggiunge – riguarda le famiglie. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un Isee massimo di 12.000 euro che noi portiamo a 15mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro“. Sempre sul fronte energia, la manovra prevede anche “la proroga dell’Iva fino a marzo sul gas, una parte delle risorse è per la ridefinizione della norma degli extraprofitti che supera alcuni elementi di contestazione. Recuperiamo circa 2,5 miliardi e alziamo aliquota da 25% a 35%“, afferma la premier.
Reddito – “Siamo fedeli ai nostri principi si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno, non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro”. Così Giorgia Meloni ha annunciato la cancellazione del reddito di cittadinanza a partire da fine 2023, con l’abolizione per gli “occupabili” e una riforma complessiva annunciata per il prossimo anno. “Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni“, dice Meloni, attaccando implicitamente il M5s e Giuseppe Conte. Poi aggiunge: “C’è gente che lo prende da tre anni, evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito. Io credo che lo Stato debba occuparsi di loro e trovare un posto di lavoro”.
Flat tax – Nella manovra ci sono “tre tasse piatte“, prosegue poi Meloni passando alla flat tax. Tra queste quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”. Meloni ricorda poi l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente”.
Taglio del cuneo – I lavoratori dipendenti devono accontentarsi di un mini taglio del cuneo fiscale. “Non solo confermiamo quello del 2% per i redditi fino a 35mila euro interamente lato lavoratore, ma aggiungiamo un ulteriore punto per i redditi fino a 20mila euro. E’ la misura più costosa di tutta la legge di bilancio (escluso il pacchetto energia nel suo insieme, ndr): costa 4 miliardi di euro e questo indica che l’altra priorità del governo è aumentare lo stipendio a coloro che hanno redditi più bassi”. Alla premier è stato chiesto se non abbia fatto lo stesso errore del governo Draghi, a cui rimproverava un taglio del cuneo solo del 2%: “Non sono incorsa o incappata nello stesso errore”, ha risposto lei. “Quello che contestai al governo Draghi era di non aver speso gli 8 miliardi per anticipare la riforma fiscale ma di aver scelto di metterli sull’Irpef perché pensavo avrebbero reso meno. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, quindi siamo rimasti coerenti con gli impegni presi: ci siamo dati come obiettivo di legislatura un taglio fino al 5% per i redditi fino ai 35mila euro e andiamo in quella direzione. Se oggi non avessimo avuto il problema delle bollette, avremmo fatto un intervento più significativo sul cuneo”, ma “a me pare che il segnale sia stato chiaro”.
Famiglie – “I provvedimenti per la famiglia e natalità valgono un miliardo e mezzo di euro, una scelta che non ha molti precedenti. L’assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie”, afferma Meloni. “Sul congedo parentale: io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili”, spiega ancora la premier. Che poi specifica: nell’ambito delle misure relative all’assegno unico “abbiamo reso strutturale la maggiorazione per i figli disabili“, una “misura che può sembrare scontata” ma che non era così perché era “transitoria. Credo sia fondamentale” mettere in campo aiuti per “i bimbi disabili”.
Pensioni – “Rivaluteremo le pensioni” con le “minime al 120%” ma con un meccanismo di aumento fino a 2000 euro e poi “mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%“, ha spiegato Meloni. “Abbiamo deciso di rivalutare le pensioni minime del 120%, l’aumento maggiore in rapporto all’inflazione lo avranno le pensioni più basse”, ha voluto ribadire la premier.
Plastic e sugar tax – “Rinviamo l’entrata in vigore della plastic tax e sugar tax” di un anno. E ha aggiunto: “Introduciamo i buoni per lavori in agricoltura e nel settore della cura della persona in particolare per lavori domestici fino a 10mila euro. È una misura per regolarizzare il lavoro stagionale e occasionale che si deve accompagnare a controlli molto rigidi per evitare storture”.