Sempre più giovani si sottopongono a precoci interventi chirurgi nel tentativo di apparire così come si vedono con i "filtri" dei social, arrivando anche a soffrire di una patologia chiamata dismorfofobia. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologo plastico ed estetico e presidente di ISPLAD, la prima società scientifica che ha deciso di scendere in campo con il progetto "#lapellealcentro" per contrastare le fake news
Le labbra alla “russian doll” o “californian style”, gli zigomi alti, altissimi, e i “foxy eyes” per uno sguardo più ammaliante. Basta dare un’occhiata sui social o anche in tv per vedere donne dai lineamenti simili e sempre più innaturali. Un esercito di “cloni” che rincorre la tendenza del momento per allinearsi ai canoni estetici irrealisti che la società narcisistica in cui viviamo ci impone. Negli ultimi anni il fenomeno è aumentato in modo esponenziale, complici i canali social in cui influencer e sedicenti esperti, quasi sempre a scopo di marketing e privi di una formazione scientifica, si esprimono su patologie cutanee, trattamenti e prodotti, facendo leva sull’autostima delle persone e sul mito dell’eterna giovinezza. Di tutto questo sono sempre più ‘vittime’ anche i giovani che si sottopongono a precoci interventi chirurgi nel tentativo di apparire così come si vedono con i “filtri” dei social, arrivando anche a soffrire di una patologia chiamata dismorfofobia: chi ne è affetto crede di avere imperfezioni o difetti fisici che in realtà sono inesistenti o lievi e ha diverse manie, come quella di scrutarsi compulsivamente allo specchio. Il rischio, neanche a dirlo, è di incappare in trattamenti dannosi per la salute e il benessere della pelle. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologo plastico ed estetico e presidente di ISPLAD, la prima società scientifica che ha deciso di scendere in campo con il progetto “#lapellealcentro” per contrastare le fake news che circolano in materia dermatologica.
Dottoressa, il ringiovanimento resta un chiodo fisso, non solo per le star e in tal senso il lifting è il trattamento chiave. Archiviato il bisturi, quali sono le tecniche più avanzate per eseguire questa pratica?
Se si vuol ritrovare un profilo ad alta definizione, ma lontano da bisturi e sale operatorie, oggi puoi affidarti a tecniche soft come gli ultrasuoni microfocalizzati –HIFU. Sono delle onde acustiche ad alta frequenza e intensità che, grazie a 4 trasduttori intercambiabili per il viso, lavorano a diversi millimetri di profondità, da 1,5 mm a 4.5 mm, fino a raggiungere le fibre muscolari. In questo modo non solo si stimola il neocollagene a livello dermico, con una pelle che nel tempo appare ridensificata dall’interno, più soda e compatta, ma si ottiene anche un effetto lifting immediato agendo sulle fibre muscolari per cui il viso appare sollevato già alla fine della seduta. È possibile anche integrare in corrispondenza delle zone svuotate con filler a base di acido ialuronico con la tecnica multi-layer che consiste nell’infiltrare due diversi tipi di filler all’acido ialuronico a diverse profondità. Il primo, volumizzante, viene iniettato con una microcannula sugli zigomi, serve a ridare sostegno e a ridurre la lassità. Con il secondo filler, invece, si adotta la classica tecnica lineare: viene infiltrato in due-tre punti lungo la linea mandibolare, per ridefinirla.
Oggi è molto in voga il lifting a fili: ci spiega cos’è e come funziona?
I fili biostimolanti in polidiossanone (PDO) sono un trattamento ambulatoriale che consiste nell’inserimento di fili riassorbibili composti da un materiale biocompatibile, che si usa da diversi anni in chirurgia generale e vascolare, nel derma profondo, cioè il ‘cuore’ della pelle, a metà tra la cute superficiale e l’ipoderma, in cui si trovano i fibroblasti, le fibre di collagene, le fibre di elastina, ovvero le strutture di sostegno della pelle. A tali fili attribuiscono una duplice funzione: un’intensa biostimolazione dei tessuti con effetto tonificante; forniscono sostegno alla struttura cutanea e connettivale ceduta esercitando una delicata trazione meccanica. Per cedimenti più importanti si può ricorrere ai fili di trazione, composti di acido polilattico e i coni di ancoraggio, con un’effettiva trazione della cute ed un migliore riposizionamento dei volumi del volto, che rimane stabile per circa 9 mesi
I vip non fanno ormai più mistero di fare ricorso ai ritocchini “anzi”. C’è addirittura chi si mostra su Instagram mentre vi si sottopone.
Tutto questo non è certo educativo per la collettività e per i giovani.
La conseguenza di questa dipendenza dai ritocchini è una schiera di “cloni” con lineamenti esasperati tutti allo stesso modo. E’ questo un uso corretto della medicina estetica?
Come per ogni “strumento”, a fare la differenza è anche chi lo usa: un risultato armonioso, naturale e la sicurezza del trattamento dipendono infatti anche dalla cultura e dall’esperienza del dermatologo estetico. Un professionista serio ha tra le sue mission quella di preservare e correggere la forma anatomica per migliorare l’armonia di un viso o della silhouette corpo, non di stravolgerle! Per questo deve avere la capacità di guidare la persona verso la migliore soluzione, naturalmente tenuto conto del suo gusto e delle aspettative. In sostanza, non deve mai diventare un mero esecutore, soprattutto quando si tratta di assecondare richieste bizzarre della paziente.
Quanto è alto il rischio di pentimento? Hanno fatto notizia molte pentite del Botox…
Molte si pentono dei ritocchi eseguiti negli anni soprattutto perché non si riconoscono più! Questo accade sia per i filler (per i visi stravolti da reiterate infiltrazioni), sia per la tossina botulinica per quegli sguardi fissi o mefistofelici e senza mimica. Basterebbe modulare le dosi per dare un aspetto naturale e riducendo dei vizi posturali della mimica come il procero (semplicemente inducendo un’ipocontrazione di un muscolo che è troppo iperattivo) Ma solo se inoculato in dosi eccessive o in modo scorretto la tossina botulinica può dare un sopracciglio eccessivamente arcuato o la caduta (ptosi) della palpebra. Per questo, va eseguita solo da medici esperti, che conoscano perfettamente l’azione del farmaco e le dosi sicure e che siano perfettamente in grado di eseguire le iniezioni dopo uno studio accurato dell’anatomia e della mimica facciale. Come in ogni procedura medica, anche in medicina e chirurgia estetica gli effetti collaterali sono un’evenienza possibile, anche se nella stragrande maggioranza dei casi oggi è rara.
Cosa fare quindi se si vuole ringiovanirsi senza deformare i propri lineamenti?
Affidarsi ad un professionista che abbia la capacità di guidare la persona verso la migliore soluzione, naturalmente tenuto conto del suo gusto e delle aspettative di preservare e correggere la forma anatomica per migliorare l’armonia di un viso o della silhouette corpo, non di stravolgerle. Bisogna avere la forza di dire di “no” al paziente.
E i giovani? A che età è giusto iniziare a fare qualcosa?
Dipende dalle situazioni. Se il professionista si trova davanti un adolescente che, oggettivamente, non ha grossi difetti fisici, difficilmente darà il consenso a un intervento richiesto solo soddisfare un capriccio temporaneo. Al contrario, laddove ci fosse un vero e proprio difetto che può minare l’autostima e la qualità della vita del ragazzo o ragazza, interverrà tenendo conto della giovane età. Quindi consigliando trattamenti appropriati, adatti alla specifica situazione e che donino un risultato estremamente naturale e non sconvolgano del tutto l’aspetto e le proporzioni come il filler.
Dopo il boom del filler, qual è la moda del momento?
Il ritocco al naso resta il trend più popolare, al primo posto tra le tendenze, ma in una versione meno invasiva. Il rinofiller consiste in piccole iniezioni mirate di acido ialuronico nel naso. Iniezioni che consentono un rimodellamento non chirurgico. L’impianto di filler nel dorso del naso consente di riempire le aree irregolari, correggendo o eliminando la cosiddetta ‘gobba’ e modificando l’angolo del naso rispetto alla fronte, addolcendo il profilo. Filler labbra carnose ma con effetto naturale e botox.
Parliamo ora di creme. Puntualmente sul web si crea grande clamore intorno ad un prodotto più o meno casuale. Come stare attenti a truffe ed evitare di acquistare prodotti non adatti?
Per non incorrere in acquisti sbagliati, prima di acquistare le creme per il viso è importante conoscere il proprio tipo di pelle: secca, matura, grassa o mista. Per riconoscere la propria tipologia di pelle è bene affidarsi ad un professionista che ci indichi di quali prodotti abbiamo bisogno, di quali fare a meno e a quali dobbiamo rinunciare se possono diventare dannosi.
Si parla tanto dei prodotti bio, facciamo chiarezza: ci dà qualche consiglio per scegliere correttamente e consapevolmente?
Solitamente quando si parla di cosmetico naturale, si pensa automaticamente ad un prodotto più SICURO perché non è CHIMICO. In cosmesi NATURALE non vuol dire niente. Si tratta di una tipologia di prodotti non ancora precisamente normata. Non esiste, infatti, una definizione legislativa europea che definisce un cosmetico naturale, green o eco-bio. Ci sono decine di enti certificatori privati, diversi in vari Paesi e diversi per i criteri, che stabiliscono se un prodotto è idoneo o meno ad acquisire il loro «bollino». Attenzione, però, perché le certificazioni rilasciate da tali enti non sempre determinano la sicurezza o meno di un prodotto, che invece è garantita per legge. Tutti i cosmetici, infatti, prima di essere messi in vendita devono passare il test di sicurezza europeo che garantisce la tutela della salute del consumatore finale. Ha senso, invece, parlare di COSMETICO ECO-BIO, cioè che a basso impatto ambientale, con formulazioni contenenti attivi biodegradabili (per l’inquinamento dei mari), magari provenienti dalla filiera produttiva 100% made in Italy e con confezioni facilmente riciclabili con la raccolta differenziata.