In tutta Europa si cerca di ridurre al massimo il numero di voli, almeno sulle tratte collegate dall’alta velocità, per avviare la transizione ecologica anche nel settore del trasporto aereo. Tuttavia la strategia migliore sarebbe quella di far pagare anche agli aerei per i danni ambientali che provocano, con una tassa sui carburanti (come avviene nel settore stradale). Questo garantirebbe di minimizzarne l’uso con meno voli, aerei più grandi e più moderni, e anche accelerando il progresso di aerei regionali ibridi, che già volano come prototipi, che si servono di motori elettrici in crociera, coadiuvati da motori termici solo in decollo e atterraggio.
Dal trasporto aereo più di altre modalità di trasporto dipendono le emissioni inquinanti: circa il 2,4% delle emissioni globali di CO2 arriva dal traffico aereo, secondo i dati dell’International Council on Clean Transportation (ICCT). Insieme agli altri gas e al vapore acqueo prodotto dai velivoli, l’intero settore aereo è responsabile di circa il 5% del riscaldamento globale.
Sulla linea Bruxelles-Londra si effettuano soli 14 voli (sette andata e sette ritorno), per conseguire ambiziosi obiettivi ambientali e per utilizzare al massimo il tunnel ferroviario sotto la manica. Prima dell’apertura dell’Eurotunnel suoeravano anche i 64 al giorno. Anche sulla tratta più importante francese, la Lione-Parigi dove ormai da vent’anni la linea è servita solo da 10 voli al giorno (5 andata 5 ritorno), l’effetto alta velocità si è fatto sentire. Più numerosi invece sono i collegamenti tra Parigi e Londra con 26 voli giornalieri. Ciò si spiega in quanto sono le due più grandi città d’Europa. Inoltre perché gli scali delle due capitali assieme hanno un ventaglio di collegamenti intercontinentali quasi completo.
Sulla Milano-Roma, inaugurata oramai 12 anni fa, sono ancora 30 (15 + 15) i movimenti che collegano la città meneghina con la capitale. I voli sono effettuati rigorosamente in regime di monopolio da Ita Airways, nata sulle ceneri di Alitalia. L’eccessivo numero di voli si spiega dal fatto che Ita come Alitalia in precedenza non vuole lasciare nessuno slot libero ad altre compagnie concorrenti a Linate. Basterebbero 6 voli giornalieri per garantire le coincidenze con altre destinazioni. Questi voli sono uno spreco di soldi pubblici e un inutile danno ambientale perché sono riempiti mediamente al 55% e l’alternativa ferroviaria competitiva esiste. Inoltre va ricordato che i costi di questa gestione ricadono sui contribuenti italiani visto che Ita è tornata ad essere statalizzata.
Oltre al problema di costi c’è anche quello ambientale per cui i fattori inquinanti non verrebbero ridotti nel passaggio dall’aereo al treno. Inoltre ad Orio al Serio, scalo inglobato nel sistema aeroportuale milanese, da poco sono stati programmati sei voli per Roma (3+3) che, aggiunti a quelli da Linate, raggiungono il consistente numero di 36. Eppure anche Bergamo, come Milano, è servita dai collegamenti ad alta velocità con Roma.
Da 30 anni si susseguono tentativi mai riusciti, di effettuare collegamenti stabili per Roma da Orio senza successo per la scarsa frequentazione. Riempire ulteriormente il già collassato scalo bergamasco per una tratta già servita dal treno e dall’aereo da Linate è miope. Dati le numerose destinazioni con gli Hub europei di Orio risultano inutili e dispendiosi anche questi collegamenti con Fiumicino non avendo un mercato che li giustifica.
Si spiegano diversamente i 26 voli che si effettuano sulla Madrid-Barcellona, nonostante i treni Alta Velocità che collegano i due maggiori centri spagnoli. Il traffico annuale di Madrid consta di 61,7 milioni di passeggeri (dati pre-covid 19), quello di Barcellona 52 milioni, facendo un totale di 124,1 milioni di passeggeri. Milano Linate (9 mln) e Milano Orio al Serio (13,8) totalizzano 22,8 milioni che, aggiunti ai 43,5 di Fiumicino, raggiungono 86,5 milioni. Si giustificano pertanto i 32 della tratta Madrid Barcellona che movimenta 124,1 milioni di passeggeri/anno, cioè 37,6 milioni in più della tratta italiana? Non solo. La tratta Madrid-Barcellona è operata da tre compagnie in concorrenza, (tutte private) a dimostrazione che c’è almeno il mercato che le giustifica, mentre sulla Linate-Fiumicino i voli sono di Ita sono sussidiati dallo Stato che, a sua volta, sussidia anche l’Alta Velocità ferroviaria. Cos’altro dovrebbe sussidiare lo Stato?