“Il Food Porn è una cultura tossica. Uno schiaffo alla miseria, enormi quantità di cibo buttate lì, a caso”. A parlare così a Repubblica Roma è Franchino Er Criminale, youtuber romano con 205.000 iscritti sul proprio canale. La sua ‘missione’? Quella di difendere, a suo dire, la cultura del cibo di strada di qualità e di farlo liberamente, senza dover rendere conto a nessuno. Lo ha esplicitato chiaramente in un video pubblicato su Instagram lo scorso 19 novembre: “Primo, non è un format in cui noi andiamo a parlare male per forza dei posti. Secondo, daremo la nostra opinione e giudicheremo obiettivamente quello che è. Terzo, non farò mai il nome del food blogger di turno che ha marchettato questo o quell’altro locale. Io voglio smontare il sistema delle marchette”, esordisce nel filmato. Poi eccolo addentare un kebab insieme ad una ragazza. I voti sono tipiedi: 6, 5 e i giudizi spietati: “La crema pistacchio di questo panino sembra terra. Mettono una serie di ingredienti che non hanno alcun senso uno con l’altro e li buttano dentro alle cose. Sono finiti i giochi, il foodporn non è cucina”, dice Alessandro Bologna (questo il suo vero nome), 44 anni, nel video in cui si scaglia contro il Food Porn, ovvero quel fenomeno molto in voga sui social in cui vengono esibiti piatti enormi con giganti quantità di cibo mostrate grazie a foto e video che li fanno sembrare ancora più esagerati ed esteticamente invitanti. Per questo Franchino ha deciso di prenderlo di mira, non senza spiacevoli conseguenze: “La mattina dopo l’uscita del video, sotto casa ho trovato una riga profonda sulla fiancata della macchina, un umile Pandino che parcheggio da anni sulla stessa via. Il Tufello (quartiere di Roma, ndr) è un paese, ci conosciamo tutti. Una casualità?”, ha dichiarato lui, che prima faceva l’allenatore di pugili. E ancora ha aggiunto: “Hanno alzato l’asticella, ora rispondo io. Nei prossimi video farò candidamente il nome delle pagine Instagram o dei canali YouTube che sponsorizzano posti. Andrò da tutti e continuerò ad assaggiare i prodotti promossi e a giudicarli. Non ho famiglia, non ho niente da perdere”.
In seguito ha spiegato la genesi e l’evoluzione dei filmati che pubblica sui social, volti a “difendere la nostra tradizione centenaria”: “Vado a provare di persona i posti di Food Porn sponsorizzati da questa lobby. Nel primo episodio ero con Giulia Crossbow, abbiamo preso due panini ed erano un’accozzaglia di sapori, salsette, ingredienti mediocri. Quello che si vede nelle foto di Instagram dei vari foodpornisti è pubblicità ingannevole, non corrisponde nella maniera più assoluta alla realtà. Da questo primo video è successo il dramma, hanno iniziato a scrivermi e fare stories attaccandomi. [..] Andrà avanti, continuerò a dire quello che penso e a stare dalla parte della buona ristorazione e del consumatore”. Infine Franchino Er Criminale ha concluso: “In questa da questa mia battaglia ci metto la faccia, voglio che non si distrugga la cucina italiana, che questa robaccia piena di creme e burrate e salse non diventi mainstream. Che si cominci a dare spazio alle sponsorizzazioni di posti validi”. “C’è poco da giocare con il sottoscritto, state perdendo su tutti i fronti: opinione pubblica, credibilità. Nonostante questo, voi continuate e allora continuo pure io. Oggi sto andando in Svizzera, c’ho da fa’. Ma non preoccupatevi perché già da stasera ci divertiamo. Ovviamente anche i giornali cominciano a fare inchieste [..] Voi continuate a chiacchierare invece di pagare lo scotto, questo è indice della vostra poca intelligenza. Perché è dimostrato, vi sto a fa’ un bu**o di cu*o così!”, ha voluto aggiungere nella mattinata di oggi 23 novembre su Instagram, dov’è seguito da 93.7mila persone. E c’è da scommettere che non finirà qui.
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