Palazzo Madama ha approvato all'unanimità la creazione della commissione, che ora attende il via libera della Camera. Valente (Pd): "Intesa tra tutte le forze politiche a partire da punti di vista diversi". Ronzulli (Forza Italia): "Passaggio necessario e doveroso". Maiorino (M5s): "Enormi passi in avanti, ma troppo spesso le donne che denunciano trovano comunque la morte"
Il Senato ha approvato all’unanimità – con 139 voti favorevoli, nessun contrario e nessun astenuto – l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Affinché la commissione inizi a lavorare si attente il via libera dalla Camera. “Quello della violenza sulle donne è un problema culturale di cui vanno comprese le ragioni e comprendere se abbiamo norme adeguate – ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni -. Sono fiera che il Senato abbia approvato la nuova commissione bicamerale. Il Governo italiano intende fare tesoro del lavoro fatto dalle commissioni”. La senatrice Valeria Valente, presidente della precedente commissione monocamerale, ha sottolineato “l’intesa tra tutte le forze politiche a partire da punti di vista diversi. La Bicamerale – ha continuato – è un salto di qualità, finora aveva indagato solo il Senato dalla XVII legislatura, ma è importante coinvolgere tutto il Parlamento“. Per Valente la risposta alla violenza è “culturale”. “Siamo immersi in stereotipi e pregiudizi così profondamente radicati in noi stessi che facciamo fatica a riconoscerli, noi come tutti gli operatori della giustizia. Faccio queste considerazioni a partire dal lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nella passata legislatura, che ha provato a scandagliare i diversi aspetti della violenza: abbiamo esaminato 100 mila pagine di fascicoli, 2000 fascicoli, fatto 200 audizioni, 117 sedute, 58 uffici presidenza. Abbiamo approvato 13 relazioni e la legge sulle statistiche di genere, fondamentale per avere dati certi sul fenomeno”, ha detto ancora Valente.
Interviene sul via libera del Senato anche la vicepresidente del gruppo M5S a Palazzo Madama Alessandra Maiorino, che ha riconosciuto gli “enormi passi avanti” compiuti dall’Italia “nel riconoscere il fenomeno del femminicidio e cercare di arginarlo”. Ha sottolineato i risultati dell’introduzione del Codice Rosso, ma – ha aggiunto – “l’aumento delle denunce ha anche evidenziato drammaticamente le carenze di un sistema ancora incapace di far sì che la denuncia sia davvero il primo passo verso la salvezza e la libertà. Troppo spesso le donne che denunciano trovano comunque la morte, e questo è un fallimento per tutte e tutti noi. E’ un fallimento dello Stato. L’istituzione della commissione d’inchiesta sul Femminicidio dovrà servire soprattutto a colmare questo gap e far sì che il coraggio della donna che denuncia sia premiato, e non tradito dallo Stato”. Definisce invece la costituzione della commissione “un passaggio necessario e doveroso” per Forza Italia la presidente del gruppo in Senato, Licia Ronzulli. “Abbiamo introdotto norme per inasprire le pene, approvato leggi per assicurare il gratuito patrocinio a spese dello Stato per le donne che siano state maltrattate o violentate, indipendentemente dalle loro condizioni economiche, potenziato i centri antiviolenza e le case rifugio, previsto strumenti per permettere alle donne il reinserimento nel mondo del lavoro, così da ottenere l’autosufficienza economica. L’ammonimento al coniuge colpevole di atti violenti, ancora in fase sperimentale e su base volontaria, ha dato un buon risultato – ha proseguito -. Ma i dati dicono che la strada da fare per tutelare le donne vittime di violenza e vincere questa piaga sociale è ancora lunga”.