Il ministro leghista dell’Istruzione risponde alle polemiche seguite alle sue dichiarazioni a un convegno a Milano, in cui ha proposto i lavori socialmente utili per gli studenti che compiono atti di bullismo. "In questi casi, ero e rimango pienamente convinto che realizzare il proprio errore, imparare l’umiltà di chiedere scusa, affrontare il senso del limite e della responsabilità delle proprie azioni sia un passaggio denso di significato formativo e culturale", ritratta ora
“Ho utilizzato un termine che non spiega affatto il senso del mio ragionamento. Stavo intervenendo su un episodio oggettivamente intollerabile, quello di uno studente che ha preso a pugni una professoressa. Ho affermato che sospendere per un anno quel ragazzo non ha molto senso, molto meglio responsabilizzarlo facendogli svolgere lavori socialmente utili alla comunità scolastica. In questi casi, ero e rimango pienamente convinto che realizzare il proprio errore, imparare l’umiltà di chiedere scusa, affrontare il senso del limite e della responsabilità delle proprie azioni sia un passaggio denso di significato formativo e culturale. È un tema di cui talmente avverto l’urgenza, da persona prima che da ministro, che al momento mi ha fatto utilizzare un termine sicuramente inadeguato, cosa di cui mi dispiaccio io per primo”. Così, in una nota, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara risponde alle polemiche seguite alle sue dichiarazioni a un convegno a Milano, in cui ha proposto i lavori socialmente utili per gli studenti che compiono atti di bullismo, sostenendo che “l’umiliazione è un fattore fondamentale di crescita della personalità”. “Riconfermo, invece, totalmente il senso del messaggio: alla società dell’arroganza occorre rispondere con la valorizzazione della cultura del rispetto e del limite e con la riscoperta del valore fondamentale dell’umiltà”, conclude.
Numerose erano arrivate nel frattempo le critiche alle parole del ministro. “Umiliazione? È questo governo che umilia il Paese. Che si usi questo linguaggio che ricorda il Ventennio è una vergogna. Questo è un ministro che non può fare il ministro dell’Istruzione. È una vergogna avere un ministro del genere”, ha detto a Metropolis su Repubblica tv il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli. “L’umiliazione fa bene? E, comunque, lavorare per la collettività significa umiliarsi? Sono allibito“, ha attaccato su Twitter il senatore Pd Carlo Cottarelli. Per la sua capogruppo Simona Malpezzi, “sono preoccupanti le ennesime parole fuori luogo pronunciate dal ministro Valditara, sintomatiche di un’idea di scuola fondata sulla punizione, la repressione e la coercizione. Anche nel caso del bullismo, noi siamo sempre dalla parte di chi subisce violenza, ma siamo anche quelli che pensano di dover recuperare “il bullo” e mettere in atto azioni di prevenzione. Prevenire è la risposta ed è per questo che vogliamo una scuola in grado di includere tutti. La vera scuola del merito è quella che rimuove tutti gli ostacoli che impediscono alle nostre studentesse e ai nostri studenti di coltivare le proprie aspirazioni. Immaginare che un ragazzo possa crescere dopo aver subito un’”umiliazione” descrive un modello educativo, formativo e pedagogico che fa rabbrividire.
“Soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi anche, evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita della personalità…” dice il ministro Valditara. L’umiliazione fa bene? E, comunque, lavorare per la collettività significa umiliarsi? Sono allibito.
— Carlo Cottarelli (@CottarelliCPI) November 24, 2022