Il testo è stato diffuso in occasione della Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne: "Non è assolutamente vero né corretto che siccome è una persona disabile a dire certe cose, allora sia tutto lecito”, dicono a Ilfattoquotidiano.it Sonia Veres e Veronica Tulli, attiviste e tra le cofirmatarie della lettera
“Non è che se una persona disabile ti autorizza, allora puoi denigrare una categoria di persone”. A scriverlo, in una lettera aperta rivolta al podcast Muschio Selvaggio, sono diverse associazioni e attivisti che chiedono ai conduttori Fedez e Luis Sal, nonché allo staff del programma, di prendere posizione dopo ‘intervento dell’ospite Emanuel Stoica. L’episodio messo sotto accusa è quello del 14 novembre scorso, quando è stato ospitato il tiktoker con disabilità motoria e che usa una carrozzina elettrica. La critica, diffusa nella Giornata contro la violenza sulle donne, è contro i toni abilisti e, nella lettera pubblica, si cerca di “ribattere alle gravi affermazioni che sono state fatte nella puntata. Vogliamo soffermarci sul linguaggio violento usato contro le donne disabili e alcune gravi inesattezze riferite ai sussidi economici in ambito di disabilità”, si legge.
Il passaggio contestato del programma è intorno al minuto 46. A quel punto, si legge, “Emanuel fa una serie di considerazioni sulla proposta di legge sull’assistenza sessuale (Legislatura 17ª – Disegno di legge n. 1442) e Fedez si lascia andare a una esternazione morbosa: ‘parlavamo di disabili donne che vogliono essere scopate!”. Stoica, dopo le risate, risponde con una battuta: “Almeno non dice stai ferma”, facendo riferimento al fatto che una donna con disabilità motoria si muoverebbe poco e non potrebbe eventualmente sottrarsi a un rapporto sessuale. Altre risate. Poi interviene Luis Sal chiedendo dove sia il limite nello scherzare su tali questioni. “Stoica e Fedez concordano sul fatto che ‘è Emanuel il limite’, presumibilmente nel senso che, se lo dice lui, questo tipo di affermazioni si possono fare”. “Non è assolutamente vero né corretto che siccome è una persona disabile a dire certe cose, allora sia tutto lecito”, dicono a Ilfattoquotidiano.it Sonia Veres e Veronica Tulli, entrambe attiviste con disabilità motoria e tra i co-firmatari della lettera aperta.
La presa di posizione degli attivisti e delle organizzazioni continua ribadendo di voler “ribattere che “limite” non è una singola persona con disabilità, non è che se quella ti autorizza, allora puoi denigrare una categoria di persone. Ma soprattutto le donne con disabilità non vogliono “farsi scopare”, al massimo scopano. Alimentare lo stereotipo che la sessualità delle donne con disabilità sia “cosa d’altro mondo” è gravissimo”. Nel testo inoltre scrivono che “una battuta del genere funziona solo se si sposa lo stereotipo secondo cui le donne con disabilità non avrebbero una vita sessuale attiva e corrisposta. Infine, scherzare sul sesso non consensuale, in una società in cui le persone con disabilità sono per statistica maggiormente vittime di abusi sessuali, rientra in quella ‘cultura dello stupro’ che moltissime realtà lavorano con fatica per contrastare”.
I firmatari e le firmatarie della lettera mettono poi sotto accusa anche “gravi imprecisioni” in merito ai sostegni economici che una persona non autosufficiente riceve per la sua condizione. Intorno al minuto 5, Stoica afferma che “una persona disabile ha più vantaggi rispetto all’80% degli italiani”, dichiarazione considerata dagli autori della lettera “pericolosa e fuorviante, perché dà l’idea che la persona con disabilità sia privilegiata quando, invece, non lo è”. Al minuto 19 aggiunge il giovane ospite della puntata: “Quando tu, prendi più di 1.000 euro al mese chi ti dà voglia di trovare un posto di lavoro?”. Attivisti e associazioni contestano tale affermazione e rimarcano che “la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento aiutano a malapena una persona con disabilità a coprire i costi extra legati alla disabilità”. Inoltre sottolineano un tema importantissimo che è la difficoltà di trovare in Italia un impiego per una persona non autosufficiente. “Trovare un lavoro da persona con disabilità è difficilissimo a causa della discriminazione. Non è assolutamente questione di ‘stare a casa per prendere la pensione’”, scrivono. Sono già oltre 60 le firme in calce alla lettera che verrà diffusa più ampiamente il 25 novembre. “Quello che sostiene Emanuel – affermano – ci preoccupa e non poco: sono tantissime le famiglie in difficoltà, i sussidi economici per la disabilità in Italia sono tra i più bassi d’Europa, le famiglie con membri disabili sono a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale e/o mediamente più povere; inoltre molte persone con disabilità non riescono ad uscire dal proprio nucleo familiare se non supportati dalla famiglia d’origine (leggasi, molto benestanti)”.
Infine, la lettera si rivolge direttamente agli autori del podcast. “Chiediamo cortesemente che Muschio Selvaggio, Emanuel e le persone coinvolte prendano posizione e correggano le informazioni sbagliate e soprattutto si assumano la responsabilità delle battute infelici; lo devono alla comunità disabile e a tutte le donne, ma anche a quegli uomini che si dissociano da un linguaggio abilista e sessista”.