I pm poi potrebbero contestargli la premeditazione anche sulla base del fatto che l'uomo si fosse presentato con cappuccio, scaldacollo, occhiali da sole e mascherina
Non si fermano le indagini su Giandavide De Pau, il 51enne accusato di tre femminicidi, gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dalla procura di Roma, stanno indagando su tre cold case: delitti di prostitute che ricevevano in casa. Nel febbraio 2010 in via Pietro Rovetti, a Torpignattara, fu trovato il corpo di una donna cinese di circa 30 anni, strangolata, nel novembre 2009 in via Squillace, vicino Capannelle, una 55enne fu massacrata con un tubo di ferro. Si indaga anche sulla morte di una ragazza nigeriana, ancora non identificata, accoltellata diverse volte nell’ottobre del 2012 su via Aurelia e gettata in una discarica. Il Dna di De Pau verrà confrontato con quelli inseriti nella banca dati nazionale.
C’è la questione dei video girati duranti gli omicidi delle donne cinesi in via Riboty. Filmati lunghi e raccapriccianti come ha scritto il gip nell’ordinanza di custodia cautelare per cercare un eventuale rituale. Una delle ipotesi è che De Pau potesse aver intenzione di vendere online quei filmati per ricavarne soldi con cui finanziare la sua dipendenza dalla cocaina. I pm poi potrebbero contestargli la premeditazione anche sulla base del fatto che l’uomo si fosse presentato con cappuccio, scaldacollo, occhiali da sole e mascherina.
Chi indaga sta, infatti, mettendo in fila tutti i dati raccolti fino ad oggi e molti aspetti portano a supporre che l’azione di morte dell’ex autista del boss di camorra Michele Senese, con una sfilza di precedenti penali tra cui la violenza sessuale, sia stata per certi versi premeditata e che quella mattina il suo obiettivo era uccidere. A consolidare questa ipotesi non ci sono solo i video ma anche le tante testimonianze raccolte nelle ore successive ai fatti e le foto delle telecamere di sicurezza allegate all’ordinanza: mostrano De Pau completamente travisato prima di entrare in via Riboty. Una sorta di “uniforme” scelta dall’uomo forse per non farsi riconoscere e non essere identificato. De Pau entra in un bar di fronte al palazzo della via a poca distanza da piazzale Clodio, con la mascherina, cappuccio calato e tuta. Intanto dalle autopsie emerge che sono state decine le coltellate inferte da De Pau alle sue vittime. I fendenti hanno raggiunto le donne in varie parti del corpo tra cui collo, schiena e testa. Resta da accertare se l’arma usata sia la stessa.