Una protesta dentro e fuori lo stadio. In tutti i modi possibili. Magliette, bandiere, stickers, polsini, volti truccati e cartelli. La tifoseria iraniana presente in Qatar ha approfittato del palcoscenico offerto dalla seconda partita dei Mondiali per manifestare il proprio dissenso contro il regime di Teheran. E anche a Doha ha trovato pronta la “repressione” delle autorità di casa che, con il lascia-fare della Fifa, hanno sostanzialmente represso la protesta chiedendo ai tifosi di non indossare magliette, bandiere e accessori che inneggiassero alle manifestazioni in corso in Iran dalla morte di Mahsa Amini, la donna deceduta nelle mani della polizia dopo essere stata arrestata perché non indossava il copricapo.
1 /9 Una donna con il volto “insanguinato” e la maglia per Mahsa Amini
AP Photo/Frank Augstein
“Woman, Life, Freedom”, uno degli slogan più ricorrenti. Ma anche diverse t-shirt e bandiere con la scritta in inglese: “Libertà per l’Iran, no alla Repubblica islamica”. Dall’inizio delle proteste in Iran sono state decine di migliaia le persone arrestate e sono già state emesse 6 condanne a morte.