Una protesta dentro e fuori lo stadio. In tutti i modi possibili. Magliette, bandiere, stickers, polsini, volti truccati e cartelli. La tifoseria iraniana presente in Qatar ha approfittato del palcoscenico offerto dalla seconda partita dei Mondiali per manifestare il proprio dissenso contro il regime di Teheran. E anche a Doha ha trovato pronta la “repressione” delle autorità di casa che, con il lascia-fare della Fifa, hanno sostanzialmente represso la protesta chiedendo ai tifosi di non indossare magliette, bandiere e accessori che inneggiassero alle manifestazioni in corso in Iran dalla morte di Mahsa Amini, la donna deceduta nelle mani della polizia dopo essere stata arrestata perché non indossava il copricapo.

“Woman, Life, Freedom”, uno degli slogan più ricorrenti. Ma anche diverse t-shirt e bandiere con la scritta in inglese: “Libertà per l’Iran, no alla Repubblica islamica”. Dall’inizio delle proteste in Iran sono state decine di migliaia le persone arrestate e sono già state emesse 6 condanne a morte.

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