Non temo nulla” e “credo che al centro dell’inchiesta non ci sia il vostro servitore“. Lo ha detto – riferendosi a se stesso – il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, rispondendo ai cronisti a margine di una visita a Digione a proposito delle inchieste aperte dalle Procura nazionale finanziaria (Pnf) sui finanziamenti alle sue campagne elettorali da parte della società McKinsey. “Ho semplicemente visto il comunicato (della Procura, ndr), nessuno mi ha scritto, nessuno mi ha convocato”, ha affermato il capo dell’Eliseo. “Ho appreso come voi, attraverso la stampa, che ci sono delle associazioni di eletti che hanno deciso di rivolgersi alla giustizia. Penso che esista un dossier su una società di consulenza che ha ricevuto molti attacchi politici, ed è su questo dossier che è stata aperto un fascicolo giudiziario. Credo che è normale che la giustizia faccia il suo lavoro, lo fa liberamente, farà giustamente luce su questo dossier”, ha dichiarato. “I conti della mia campagna sono già stati sottoposti a tutte le procedure. Quelli del 2022 sono in corso, come per tutti gli altri candidati. Le cose si svolgeranno normalmente con serenità e trasparenza”, ha sottolineato.

Dopo le indiscrezioni del quotidiano Le Parisien, giovedì la Pnf ha confermato di aver aperto due fascicoli sui legami tra Macron e la multinazionale di consulenza Usa, iscritti al momento nei confronti di ignoti. L’iniziativa giudiziaria, ha scritto in una nota il procuratore capo Jean-François Bohnert, è stata presa da un lato in seguito alla “relazione del 16 marzo 2022 della Commissione d’inchiesta del Senato sulla crescente influenza delle società di consulenza private sulle politiche pubbliche” e dall’altro “in seguito a diverse segnalazioni e denunce di rappresentanti politici, privati cittadini, eletti e associazioni”. Una delle due indagini ipotizza falsificazioni dei bilanci delle campagne elettorali, l’altra il “favoritismo“, un reato previsto dal codice penale francese e più o meno equivalente alla nostra turbativa d’asta. Nel corso dell’ultima campagna elettorale, Macron era già finito al centro delle polemiche per la quantità di commesse statali affidate a McKinsey, che secondo il rapporto della commissione d’inchiesta del Senato erano “più che raddoppiate” tra il 2018 e il 2021 (durante il suo primo mandato), fino a raggiungere un record di oltre un miliardo di euro lo scorso anno.

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