Il giovane sarà giudicato il prossimo 14 febbraio con rito abbreviato. Intanto è tornato a casa in detenzione domiciliare con un braccialetto elettronico. Non è la prima volta che le studentesse dell'Università privata statunitense subiscono violenze. Lo scorso 14 ottobre, a Trastevere, due ragazze sono state aggredite da un tassista di 34 anni
Sarà giudicato con rito abbreviato il 22enne accusato di avere violentato una ragazza nordafricana, studentessa alla John Cabot University di Roma. La denuncia risale allo scorso giugno quando la polizia è intervenuta e ha arresta il giovane cameriere di 22 anni. Raggiunto dalle forze dell’ordine, il ragazzo provato a dare la colpa al suo gemello. Intanto, in attesa del giudizio, è tornato a casa in detenzione domiciliare con un braccialetto elettronico.
Il 22enne è stato denunciato dalla studentessa che si è rivolta alle forze dell’ordine per raccontare le violenze subite. I due si erano conosciuti in un bar di Trastevere e lei, alcuni giorni dopo, lo ha invitato a casa, in zona Monteverde. “Quel ragazzo mi piaceva“, ha raccontato la studentessa alla polizia. Poi, quando si è negata, il 22enne ha reagito con violenza: “Lui continuava a picchiarmi perché lo avevo allontanato, era troppo violento”. Lei, secondo quanto riportato da Repubblica, si è rifiutata di fare quello che chiedeva il 22enne: “Io piangevo, lui continuava. Io mi rifiutavo e lui mi picchiava”, ha spiegato. Il giovane, quando è stato interrogato dalle forze dell’ordine, ha provato ad attribuire la responsabilità dello stupro al suo gemello, ma è stato inchiodato da un chat di WhatsApp mostrata dalla studentessa alle forze dell’ordine.
Non è la prima volta che le studentesse della John Cabot subiscono violenze. Lo scorso 14 ottobre, a Trastevere, due ragazze sono state aggredite da un tassista di 34 anni. Le due studentesse sono state costrette a subire atti sessuali: mani nelle parti intime e palpeggiamenti. In quell’occasione, dopo alcuni minuti, le ragazze sono riuscite a scappare e a filmare il 34enne. Poi, grazie alla descrizione dell’uomo e ai filmati degli impianti di videosorveglianza, gli investigatori lo hanno identificato.
E il 31 ottobre 2021 un’altra studentessa 19enne era stata violentata dopo essere stata stordita con il GHB, il farmaco che viene definito “droga dello stupro”. Non a caso, quest’anno, a seguito degli episodi di violenza che si sono susseguiti, l’Università John Cabot ha pubblicato – attraverso il canale Instagram – alcuni consigli rivolti agli studenti dell’ateneo, in occasione della notte di Halloween. Tra i consigli pubblicati dall’ateneo: “non bere troppo” e “non parlare con gli sconosciuti“.