Per dodici giorni in Mongolia un branco di pecore ha girato in tondo, suscitando dapprima stupore e ilarità poi una preoccupazione sempre crescente. Per quale motivo gli animali si comportavano in quel modo? La prima ipotesi è stata la listeria, con alcuni esperti che avevano suggerito che potesse trattarsi proprio della “malattia del cerchio”, un’infezione batterica che colpisce in particolar modo i ruminanti (tra cui, appunto, gli ovini) causando loro danni cerebrali e portandoli alla morte entro 24-48 ore dall’infezione.
Poi, però, vedendo non solo che gli animali sopravvivevano ma anche che le analisi erano negative, si sono scatenate le più svariate teorie. Finché il professor Matt Bell del Dipartimento di Agricoltura dell’Università Hartpury di Gloucester, in Inghilterra, non è riuscito a risolvere l’enigma. Secondo il docente, il movimento in cerchio degli ovini sarebbe una manifestazione del loro disagio e della sofferenza che provano per essere costretti a vivere in recinti stretti e con pochissimo spazio. Bell ha spiegato che in queste condizioni gli animali possono manifestare “comportamenti stereotipati, con ripetuti cerchi a causa della frustrazione per essere nel recinto e limitate“. “Questo non va bene”, ha sottolineato il professore, spiegando che le altre pecore non vittime di questa frustazione si sarebbero unite “come animali da gregge ai loro amici” in segno di solidarietà.