Quando il Parlamento spagnolo ha approvato la legge di libertà sessuale, conosciuta come la legge del “Solo sì è sì“, la ministra dell’Uguaglianza Irene Montero aveva detto che era una vittoria del movimento femminista. Un mese dopo l’entrata in vigore del provvedimento, tuttavia, lo scenario è cambiato drasticamente. La nuova legge ha avuto effetti controversi per il fatto che non è stata prevista una norma transitoria e questo ha portato diversi tribunali a ridurre le pene e a scarcerare uomini condannati per aggressione sessuale.
E per questo Montero ha vissuto una delle sue giornate più difficili da quando è in carica. Durante la sessione del Congresso di mercoledì, è stata vittima degli insulti sessisti dell’estrema destra di Vox, che non hanno risparmiato la sua sfera personale. In particolare è stata la deputata Carla Toscano ad attaccarla definendola “liberatrice di stupratori” e sostenendo in pratica che ha un posto al governo perché è la compagna dell’ex leader del partito Pablo Iglesias. “Signora Montero, lei è la cosa peggiore che potesse passare alla Spagna negli ultimi anni – ha scandito Toscano – 592 milioni di euro per porre fine all’uguaglianza e alla libertà, imponendo l’infame ideologia di genere”. La deputata dell’ultradestra ha ripreso poi le parole della ministra che nei giorni scorsi ha messo in discussione l’interpretazione della norma da parte dei giudici. “Sono professionisti che hanno trascorso molti anni della loro vita studiando diritto e superando un concorso. L’unico merito suo, invece, è aver studiato a fondo Pablo Iglesias”.
Questa frase ha scatenato, inevitabilmente, l’indignazione delle fila progressiste. “Non vale tutto” hanno urlato i deputati di Unidas Podemos e Psoe; “Libertà”, rispondevano i parlamentari di Vox. In mezzo il Partito Popolare, in silenzio. Poco dopo la ministra ha preso parola per chiedere che venisse incluso nel resoconto delle sessioni del Congresso quella che ha definito “violenza politica”. “Perché dopo di me non succeda a nessun altro, perché tutti possano ricordare la violenza politica e chi l’ha esercita, e perché si sappia che le femministe e le democratiche siamo di più, e fermeremo questa banda di fascisti, con più diritti”. I deputati di Psoe (socialisti), Unidas Podemos (sinistra), Erc (sinistra indipendentista catalana), Eh Bildu (indipendentisti baschi) si sono alzati per applaudirla. Anche Sara Giménez, centrista di Ciudadanos, si è aggiunta agli applausi, mentre la ministra cercava di trattenere le lacrime.
La condanna di questi insulti è stata pressoché unanime, sia tra la maggioranza che tra l’opposizione. Messaggi di vicinanza sono arrivati dal presidente del governo, Pedro Sánchez, dalla vicepresidente e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, ma anche dal Partito Popolare. Cuca Gamarra, segretaria generale del PP, ha scritto su Twitter: “La ministra Montero deve assumere la responsabilità politica per una legge che ha degli effetti nefasti, ma nessuno ha il diritto di offenderla e di entrare nella sua vita personale. Né nella sua, né in quella di nessun altro. Il rispetto è imprescindibile in politica”.
Ai microfoni di Radio Euskadi Pablo Iglesias, fondatore di Podemos e partner della ministra, ha ricordato che non si tratta di un caso isolato: “Questi insulti sono il risultato di una campagna di diffamazione e di bugie contro la legge del ‘Solo sì è sì’, contro Irene Montero”. Lo scorso martedì era stata l’assessora all’Economia del comune di Saragozza, Carmen Herrarte (Ciudadanos, che dovrebbe essere un partito moderato) a riferirsi a Montero come una ministra che “sta dove sta perché l’ha fecondata il macho alfa”.
Ma non è finita. Nonostante la condanna unanime, Vox ha rincarato la dose anche nell’ultima giornata di dibattito per l’approvazione della manovra finanziaria del governo. Il deputato Onofre Miralles, si è rivolto a Toscano citando le parole di Javier Milei, leader dell’estrema destra argentina: “Siamo superiori moralmente e qualitativamente”. Ancora una volta il suo gruppo ha applaudito. Toscano non ha rettificato le sue parole, anzi. In un tweet ha scritto: “Vorrei scusarmi per il mio intervento di ieri. Nessuno dovrebbe mettere in dubbio l’eccellente preparazione della ministra. Lo si può vedere nella sua difesa della pedofilia, nella scarcerazione degli stupratori, nell’aumento degli attacchi contro le donne e in tutti i suoi grandi successi”. Al centro della polemica è finito anche il presidente di turno del congresso, il socialista Alfonso Gómez de Celis, che non ha detto una parola.