Durante i convegni in cui sono invitato come relatore e attivista per i diritti delle persone disabili, mi capita spesso di condire la mia esposizione con dell’autoironia, anche per riaccendere l’attenzione. Ad esempio, parlando di autoerotismo e delle difficoltà che molte persone disabili hanno nel praticarlo, cito il vecchio detto “se ti masturbi troppo poi diventi cieco” (in realtà sarebbe “se ti fai troppe seghe”, ma cerco di non forzare). In generale fa già sorridere così, ma io aggiungo: “ecco, sappiate che io ci vedo benissimo”. Il pubblico sorride, ma allo stesso tempo capisce che intendo dire di non aver praticato molto il sesso con me stesso. Sottolineo un problema, ma cerco di farlo con leggerezza, nonostante, per me come per altri, sia un argomento sentito e importante.
Alcuni giorni fa, Fedez e Luis Sal nel loro podcast denominato Muschio selvaggio hanno ospitato Emanuel Cosmin Stoica, un ragazzo disabile di Torino, molto conosciuto per i suoi video su TikTok con cui ironizza sulla disabilità. Anche da Fedez, Emanuel ha dato il meglio di sé, in linea con ciò che ci ha abituati: ironia e sarcasmo dissacrante. Com’è andata? Ci sono opinioni molto discordanti. Però un paio di premesse sono doverose. La trasmissione di Fedez viene così definita: “Podcast dedicato a temi di cultura e società con ospiti diversi ad ogni puntata. È caratterizzato da momenti di approfondimento, di divulgazione, ma anche di gioco e imprevedibilità.” C’è dunque un po’ di tutto, dal serio al faceto. Un bel mix.
Altra premessa. Non è che se sei disabile devi per forza combattere per i diritti dei disabili. Puoi anche fregartene altamente. E neanche puoi far decidere agli altri cosa sia bene dire e come dirlo (parlando di disabilità). Quindi, non è obbligatorio che tu faccia l’attivista o che magari lo faccia a modo tuo. Questo però vale per tutti, anche per quelli a cui tu non piaci. Quelli che ti bucherebbero le ruote quando fai certe battute. Quelli a cui certe battute possono far male perché forse non lo sai, ma non tutti siamo capaci di prenderci in giro o farci prendere in giro. Un ragazzo, sentendoti, ha smesso di fare battute sulla legge 104. Ne siamo felici. Magari altri invece si sono sentiti ancor più autorizzati a farle. Eh, se le fa lui vuol dire che si può! Forse non lo sai, ma tanti, giovani e meno giovani, hanno sempre questa giustificazione pronta per ogni eventuale critica per una loro battuta infelice su disabili, omosessuali, grassi o neri: si stava scherzando.
Riporto, a riguardo, un pensiero dell’amico Thisumano (pseudonimo con cui si fa chiamare nei social): “Egli crea un cortocircuito discutibile, nel quale si concede battute, fingendo la satira, proibite dal senso civico e dalla necessità di creare una società che non discrimini. Più che autoironia mi sembra un caso in cui ci si identifica come altro, ricercando compari di risata tra coloro i quali, probabilmente, riderebbero di te per primo. Io non ritengo sia un’operazione priva di un punto di vista originale e per certi aspetti unico. Mi limito a scorgere lo sdoganamento di svantaggi per l’insieme e di vantaggi solo per chi viene scambiato per precursore”.
Preso dall’entusiasmo e, immagino, dall’esaltazione per il repentino aumento di followers in seguito all’ospitata da Fedez, Emanuel ha rincarato le performance “hot” pubblicando su TikTok un video montaggio in cui sembra che una ragazza gli pratichi un rapporto orale e lui commenta “oh, che bella l’assistenza sessuale.”
Ironia? Sarcasmo? Controinformazione? Dissacrazione? Non so. Forse. So solo che continuando con questa progressione, nemmeno lui sa dove questo lo porterà. Certo, non deve neanche per forza far ridere. Neanche far riflettere. Su questi social la gente fa di tutto ed è molto seguita. Ovviamente il numero di follow non fa la qualità, ma, magari, i follower manco la cercano. Una cosa però, caro Emanuel, te la devo dire. In questo video tu offendi le donne che praticano questa professione. Anzi, direi che offendi le donne in genere con un video parecchio sessista. Se vogliamo, in questa faccenda possiamo scorgere pure dei lati positivi: è la prova che non tutti i disabili siano sensibili e “innocenti”. Ebbene sì, anche i disabili possono essere stronzi, superficiali, abilisti e sessisti.
Ci sono battute che possono portare a conseguenze gravi? Sì. Chiuso il sipario.