Cronaca

Ischia, oltre 100 anni di frane, fango e morti: abusivismo e dissesto idrogeologico le cause certe che tutti conoscono e nessuno risolve

Il disastro non è una novità nell'isola: le cause sono note da decenni, ma non si è mai provato a risolverle. E le tragedie si ripetono negli anni: ecco le principali

Travolge e porta via tutto il fango, scendendo dalla parte alta di via Celario e arrivando giù, fino in Piazza Anna De Felice. Già: una frana disastrosa che si riversa su una piazza che porta il nome di una vittima di una frana disastrosa. Aveva 15 anni Anna De Felice nel 2009: era ancora una volta novembre quando stava andando a scuola, all’Alberghiero, in auto con la mamma. La mamma riuscirà a salvarsi, Anna no: giorni dopo sarà trovata senza vita in quell’auto. Successivamente si parlò di prevenzione, di abusivismo, della rabbia di fronte a una morte evitabile, di esigenza di messa in sicurezza.

Accadde lo stesso tre anni prima: era aprile 2006 quando una frana si staccò sempre dal Monte Vezzi, riversando un fiume di acqua e terra sulle zone sottostanti. Il bilanciò fu addirittura più grave: morì un’intera famiglia, un papà e le sue tre figlie. Oltre quattrocento le persone allora sgomberate, nove i feriti. E il solito refrain: si parlò di abusivismo, di prevenzione, rabbia di fronte a morti evitabili e famiglie distrutte ed esigenza di messa in sicurezza… Due mesi dopo un costone crollerà giù, vicinissimo a un ristorante, per fortuna senza conseguenze letali. Nel 2003 due ragazze erano in motorino quando furono travolte dal fango: rimasero solo ferite, per fortuna. Nel 2015 è accaduto a Barano, un altro dei sei comuni in cui è suddivisa l’isola. Dopo giorni di pioggia Giuseppe Iallonardo voleva verificare i danni che c’erano stati, ma a pochi metri dalla spiaggia dei Maronti, la più bella dell’isola, era stato travolto dalla frana di un costone, rimanendo ucciso. Uno schema fisso, praticamente, che si verifica ogni volta che piove più del normale.

Nel 1987 a rimetterci la vita era stato un operaio: a marzo era in un ristorante di Casamicciola ad eseguire dei lavori quando la struttura fu travolta da fango e detriti.
In altre occasioni, come nel 2012, non si sono registrate vittime, ma solo strade interrotte e danni alle strutture. E oltre alle frane il terremoto, nel 2017, che sempre a Casamicciola ha fatto registrare 2 morti, 42 feriti e 2360 sfollati. Risultato: si torna a parlare di abusivismo. Soluzione: un condono. Una storia che va avanti da tempo: nel 1910 la frana fu devastante, ad ottobre, dopo giorni e giorni di pioggia massi enormi devastarono, ancora una volta, Casamicciola. All’epoca, 112 anni fa, il Governo Luzzatti parlò di “mancanza di opere di difesa idraulica”, “insufficiente incanalazione” ed “eccessivo disboscamento”. Nel 2022 piove, viene giù una colata di fango e detriti che travolge abitazioni, case e porta via con sé persone, famiglie. Una frana che viene giù dalla parte alta dell’isola, quella del monte Epomeo, scende per le strade e arriva a mare in una piazza dedicata a una vittima di una frana. E va da sé che parlare di crudele ironia della natura o di cinismo del destino è del tutto fuori luogo.