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Tananai a FQMagazine: “Sono innamorato di Sara. Fedez? Non è un marziano. È una brava persona, esattamente quello che si vede”

L'ultimo posto con “Sesso Occasionale” al Festival di Sanremo 2022, ha portato benissimo a Tananai. Un successo dietro l'altro tra tour e musica (“La dolce vita” con Fedez e Mara Sattei è stata la hit dell'estate) fino al debutto con il primo disco “Rave, Eclissi”. Stavolta Tananai si è raccontato senza filtri, mostrando anche il suo aspetto più fragile, pensieroso e malinconico

di Andrea Conti

Il Tananai che non t’aspetti. Nel suo primo disco “Rave, Eclissi” ci sono le due “anime” del cantautore: c’è il Tananai che tutti abbiamo conosciuto al Festival di Sanremo dello scorso anno con “Sesso Occasionale”, ma anche Alberto Cotta Ramusino (è questo il suo vero nome), quello più intimo, introverso e pensante. Per questo il titolo dell’opera prima è azzeccato. C’è la gioia e la voglia di far festa, ma anche le fragilità dell’animo umano. Un disco onesto e senza fronzoli. Per il 2023 c’è chi lo dà per certo nella lista dei Big del Festival di Sanremo 2023, che sarà svelata da Amadeus il 4 dicembre. Di certo c’è il nuovo tour che partirà venerdì 5 maggio 2023 da Napoli.

“Faccio finta un po’ con tutti, tutti non sei tu. La mia camera da letto ha le pareti di un TSO”. Sono i versi di “Fottimi” che chiude il disco. È il tuo manifesto esistenziale?
Sì. Il ‘tu’ alla quale mi rivolgo nella canzone è la musica. Questa è una canzone nata durante una giornata di day-off in studio, in un periodo assai frenetico della mia vita post Sanremo.

Cos’è successo dopo Sanremo?
Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo e come stessi davvero. Inutile negarlo, mi era cambiata la vita radicalmente e avendo tanto da fare, avevo poco tempo per guardarmi dentro. Alla fine, ora che ci penso, il fatto di non comprendermi, a fondo, è stata poi una costante della mia vita.

Di è la “colpa”?
Forse è stata anche colpa mia che non ho affrontato bene in terapia diverse questioni su me stesso. In quel periodo mi sentivo completamente estraniato e sballottato: il giorno prima ero in Sicilia e poi all’improvviso ero a Milano in studio.

La musica come terapia?
In un certo senso sì. Mi sono reso conto che nel momento in cui faccio musica, mi vedo molto lucidamente e riesco ad essere sincero con me stesso e a parlarmi. Anche in mezzo al pubblico, quando c’è la musica di mezzo, non riesco mai ad estraniarmi perché per me è un momento molto intimo.

Cosa rappresenta in quella canzone il TSO?
TSO non è inteso come clinica e trattamento coercitivo, quanto al fatto che non riesco mai a dormire e a rimanere fermo a non fare niente. Per parafrasare Carlotta Rossignoli (finita al centro delle polemiche per il suo percorso ‘accelerato’ all’Università del San Raffaele che l’ha portata a laurearsi prima del tempo, ndr) ‘il sonno è tempo perso’. Scherzo. Quando vado a letto penso molto e preferirei mille volte stare sul palco e suonare. Non avere a che fare con cose che esulino dalla musica.

Essere musicista è un escamotage per fuggire da te stesso?
Bella domanda. Mi capisco solo quando scrivo e quando suono. Per me è una cosa bella, mi piace il valore terapeutico della scrittura. Quando compongo sono sempre contento e mi piace davvero quando esce fuori una bella canzone, quasi mi stupisco di me stesso! E mi dico ‘wow ma allora sei stato bravo’.

Ne “Gli anni migliori” critichi chi giudica i giovani di non impegnarsi abbastanza. Perché accade?
Non voglio colpevolizzare nessuno. Penso che questo atteggiamento disfattista nei confronti delle nuove generazioni sia una conseguenza della società e della sua tendenza sempre al accelerare il passo, a questo si aggiunge anche il capitalismo che ha spinto sempre per performare.

Colpa anche della politica?
Chi ha in mano le redini della società dimentica che ci sono molti ragazzi che non vengono rappresentati. Ci sono over 60 a capo di aziende ma anche nel Governo che non pensano ai 20enni un po’ per questione di tempo e priorità e un po’ perché non ha il tempo di farlo, detta brutalmente. Siamo molto diversi dalla generazione del futuro e penso che c’è solo una soluzione in questi casi per colmare queste lacune di comprensione: aprire un confronto, un dialogo serio. Concreto. In questo momento non vedo niente di tutto questo.

Cosa unisce “Rave, Eclissi” a Gli Aristogatti?
La ninna nanna. A volte guardo i vecchi film della Disney o dello Studio Ghibli e ascolto le canzoni per i bambini.

Perché le ascolti?
Trovo che siano geniali e ci sono delle grandissime composizioni per le canzoni per bambini. Hanno questa capacità di essere disossate e per riuscire a passare ai bimbi sono strutturate in maniera chiara, limpida e lampante. Comunque è davvero strano perché le ninne nanne da piccolo non ho mai voluto ascoltarle.

Come mai?
Mia nonna mi prendeva in giro e quando mi metteva a letto, ho vissuto per tanto tempo con i miei nonni, mi cantava la ninna nanna e piangevo e dicevo ‘no no no basta!’. Mi ricordo esattamente quella sensazione. Facevo così perché pensavo fossero degli addii, in quanto la musica era malinconica.

Scriveresti una canzone per lo Zecchino d’oro?
Lo farei volentieri, ma non la accetterebbero perché scaverei troppo a fondo dentro di me. Sarebbe difficilissimo.

Nel singolo “Abissale” dici “lei che ammette se non ha mai letto un libro, dovrebbero proteggerla come i musei”. In che senso?
Intendo quelle situazioni in cui uno fa il figo parlando di libri, canzoni… L’ho fatto anche io, lo ammetto. Ho incontrato un sacco di persone così, poi è apparsa lei, Sara la mia fidanzata, che invece si è presentata così com’è senza alcuna necessità di fare o dire altro.

State ancora insieme?
Sì.

Rappresenta un tuo punto fermo?
Sono semplicemente innamorato. I rapporti umani sono davvero complicati e mi rendo conto di quanto sia difficile trovare qualcuno che ti ami per come sei e ti apprezzi. Lo stesso discorso vale per l’amicizia. Io per esempio non ho molti amici, forse tre, che non hanno a che fare con la musica. Certo se voglio uscire a Milano e tutti e tre sono impegnati è un bel problema (ride, ndr).

Sei selettivo?
Il mio criterio di selezione è semplicemente che ho voglia di stare con persone che hanno voglia di fare. Certo, ci si piange addosso, ma subito dopo c’è la propulsione nel voler fare qualcosa di bello e di brutto. Amo anche molto le persone che parlano, si raccontano e io amo ascoltarle.

A proposito di amicizia, come va con Fedez?
Non ci vediamo tanto spesso, ma ci sentiamo. Mi ha invitato proprio ieri ad andare al Live di X Factor. È una persona particolare, una brava persona, è esattamente quello che si vede. Non è un marziano. Non ho mai aspettative nei confronti delle persone. Non voglio conoscere solo i calciatori perché mi emozionano.

Hai scritto per qualcun altro in questo periodo?
Ho scritto tempo fa ‘Ridicolo’ per Federico Rossi e ho appena curato la produzione di ‘Stambecchi’ per un esordiente, Gaucho. Molto bravo.

Se andrai a Sanremo 2023, sarai più Rave o Eclissi?
Direi una commistione delle due cose. Non ci sarebbe una netta cesura.

Foto Mattia Guolo

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