“Alle 11:30 – le 4:30 in Italia – gli studenti hanno iniziato a mostrare dei cartelli all’ingresso della mensa, poi si sono aggiunte sempre più persone. Ora ci sono dalle 200 alle 300 persone. Abbiamo cantato l’inno nazionale, l’Internazionale e gridato slogan contro queste politiche”: è la voce di uno dei giovani dell’università Tsinghua di Pechino che questa mattina, 27 novembre, ha partecipato alle manifestazioni di protesta contro le restrizioni anti-Covid, volute dal governo. Ma la capitale non è l’unica città teatro di proteste. Cortei e dimostrazioni anche a Wuhan, centro simbolo dell’epidemia del virus in Cina, e a Shangai, dove si registrano anche scontri con la polizia.
I manifestanti si oppongono alla politica “zero-Covid“, ritenuta una chimera irraggiungibile. A Shangai, alcuni video raccontano di persone ferme agli incroci, in silenzio, con in mano dei fogli di carta bianchi, simbolo della protesta, e dei fiori bianchi. Poi, l’arrivo della polizia che cerca di disperdere la folla. Secondo quanto riportato dalla Bbc, tra gli slogan urlati dai cortei ci sono anche duri messaggi contro il presidente Xi Jinping: “Dimettiti”, grida qualcuno. Altri accendono candele e depongono fiori per le vittime di Urumqi, capoluogo del Xinjiang, dove il 24 novembre dieci persone sono morte in un incendio. I manifestanti accusano le autorità di questi dieci decessi: i soccorsi sono arrivati in ritardo, secondo i contestatori, a causa delle misure restrittive contro il virus. Anche a Wuhan centinaia di persone si sono riversate nelle strade. Le manifestazioni sono uno spettacolo insolito in Cina, dove le critiche a governo e presidente possono portare a sanzioni severissime.
Il governo di Xi Jinping affronta la crescente rabbia dei cittadini, in un momento in cui gli altri paesi stanno allentando le restrizioni contro il coronavirus. La politica cinese “zero Covid” ha mantenuto il tasso di infezione della Cina inferiore a quello degli Stati Uniti e di altri paesi, ma i costi economici e umani sono stati alti. Aziende e attività commerciali si sono trovate in difficoltà e molte famiglie sono rimaste isolate per settimane in quarantena, con accesso limitato a cibo e medicine.