Il videoreportage de ilfattoquotidiano.it dedicato ai giovani di seconda generazione senza cittadinanza, realizzato dal giornalista e storico collaboratore del Fatto Alberto Sofia, ha vinto il premio di giornalismo digitale Calcata 4.0: Nuove storie di resistenza e disobbedienza, arrivato quest’anno alla terza edizione. Il riconoscimento è stato assegnato il 27 novembre a Calcata, comune laziale in provincia di Viterbo ed è stato ritirato dai giovani protagonisti del servizio. Pubblicato il 26 giugno 2022 in occasione dell’inizio della discussione sull’Ius Scholae, con il titolo Ius Scholae, le vite dimezzate dei giovani italiani senza cittadinanza: ‘Aspetto da 30 anni, ho tutti i doveri e nessun diritto. Così la politica mi umilia, l’approfondimento dava voce ai figli e figlie di immigrati, italiani di fatto ma senza diritti. Un milione di giovani che il nostro Paese fa ancora finta di non vedere. Raccontava le loro difficoltà quotidiane, la continua lotta con la burocrazia e le ripercussioni sui loro percorsi di vita e le loro carriera.

Alla premiazione hanno partecipato Vanessa Losurdo, Juri Cavalieri, Guido D’Ubaldo, presidente Ordine dei giornalisti del Lazio, Ugo Baldi, della Rete NoBavaglio Viterbo, e la sindaca Sandra Pandolfi. Tutti i lavori selezionati dalla giuria, formata da esperti del settore e da personalità della cultura, sono stati presentati nel corso della cerimonia e alcuni video sono stati proiettati in sala. Inoltre, nel corso dell’incontro, è stato consegnato anche il premio speciale alla giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, la reporter di Al Jazeera uccisa dalle forze di sicurezza israeliane lo scorso maggio, durante un’operazione in Cisgiordania. L’onorificenza è stata ritirata da Abeer Odeh, ambasciatrice di Palestina in Italia, e sarà fatta pervenire a Tony Abu Akleh, fratello di Shireen.

Oltre a quello ricevuto dal collega de ilfattoquotidiano.it, Alberto Sofia, sono stati consegnati altri 18 premi: Azad Mohammad Jan, l’imprenditore che salva e aiuta civili e giornalisti in pericolo di vita a fuggire dall’ Afghanistan; Mohammad Jalil Rawnaq, giornalista del quotidiano Etilaa Trooz fuggito dai talebani dopo essere stato minacciato di morte per i suoi articoli sulle condizioni delle donne; Simonetta Crisci, avvocato da oltre 40 anni impegnata nella difesa dei diritti umani e civili e delle donne nel mondo; Zerocalcare, per il suo impegno rimasto immutato nel tenere acceso quel faro di luce sui conflitti e genocidi dimenticati come quello del popolo curdo; Antonella Napoli, giornalista direttrice di Focus On Africa che attraverso il suo lavoro ha raccontato i drammi di tante guerre dimenticate e delle loro vittime civili soprattutto donne; Paolo Berdini, urbanista e politico da sempre impegnato nella tutela del territorio da speculazioni ma anche un protagonista delle lotte per i diritti e la difesa dei beni comuni; Claudio Sisto, fotoreporter e direttore di Mondo sommerso da sempre un difensore del fiume di Roma, il Tevere; Vincenzo Bonanni, giornalista ex Rai per il suo impegno di anni nell’aver documentato con i suoi servizi video la bellezza e cultura della Tuscia; Agostino Miozzo, per gli anni trascorsi nel fronteggiare le grandi emergenze e tragedie nazionali come la pandemia da Covid e il suo impegno internazionale per la cooperazione; Carlo Massarini, per essere stato un precursore del linguaggio video della comunicazione social e informazione digitale; Barbara Schiavulli, per i suoi servizi che ci consentono di conoscere la resistenza delle donne afghane sotto il regime dei talebani; Silvia Scipioni, per aver raccontato una storia legata agli ex occupanti del Caravaggio; Angela Gennaro e Cecilia Ferarra, per il suo racconto dedicato agli scafisti bambini; Angelo Andrea Vegliante, per la storia di Roberto un racconto di nuova povertà dopo il Covid; Nacera Benali, per anni costretta alla fuga e a stare lontana dall’Algeria perché giornalista indipendente e per il suo impegno nel combattere steccati e pregiudizi contro l’Islam; Marco Giusti, per il grande contributo alla cultura critica dell’ audio-visivo; Gabriella Stramaccioni, per l’impegno di garante a difesa dei diritti dei detenuti, degli immigrati e delle persone private della libertà; Corrado Mancini, artista di periferia romana resiliente nella pittura.

Nato da un’idea della Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati, con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Calcata, il concorso intende valorizzare chi si è distinto nel raccontare in modo diverso e originale la realtà e i grandi temi sociali contemporanei: i conflitti internazionali, le guerre dimenticate, l’immigrazione, le nuove povertà, le esperienze di mutualismo e le sfide alle nuove forme di autoritarismo. Più che un concorso, l’iniziativa vuole essere un laboratorio permanente per valorizzare le storie e le nuove forme di resistenza e disobbedienza civile. Anche il premio in sé rimanda a un esempio storico di disobbedienza dei cittadini di Calcata: consiste, infatti, nella riproduzione della pergamena del regio editto del 1935 che ordinava l’immediata evacuazione e demolizione del borgo. Un’ordinanza alla quale si opposero i calcatesi. La sindaca Sandra Pandolfi ha consegnato la pergamena alle inchieste giornalistiche e alle personalità che si sono distinte nella lotta alle diseguaglianze, alla difesa dell’inclusione sociale e dell’ambiente.

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