di Francesco Schettino
Chi pensava, illudendosi, che la presa di posizione della Francia sulle navi Ong da accogliere nei porti italiani fosse com’è la contesa politica in Italia, cioè figurativa e fasulla, – nel segno di un consociativismo palese e occulto che segna il degrado della democrazia – ha preso un grosso granchio. La Francia ha inviato un vero e proprio aut-aut al governo Meloni intimando “o apre i porti alle navi Ong, oppure Francia e Germania rifiuteranno i ricollocamenti degli immigrati”.
E il ministro Gérald Darmanin ha avuto cura di precisare “il vertice è convocato su nostra richiesta” facendo cadere la foglia di fico del governo che voleva far passare la convocazione come un segnale di attenzione verso l’Italia. Invece l’attenzione non c’è e il governo Meloni è stato messo nell’angolo da cui difficilmente potrà uscire fuori con l’appoggio di Malta e Cipro che conta poco meno di zero.
A questo punto val la pena domandarsi quale sarà l’atteggiamento della signora Giorgia Meloni e dei ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi che paiono due giannizzeri. Tant’è la foga e l’incompetenza con cui trattano la questione migranti.
Si piegherà? Reagirà? Oppure – a conti fatti con la propria irrilevanza internazionale – finirà per essere prudente, come ha già fatto con le tante promesse elettorali rinviate a dopo essersi procacciato, furbescamente, tanti voti con i racconti favolistici della flat tax, delle pensioni minime elevate a 1000 euro, della piantagione ecologica di 1.000.000 (un milione) di alberi e tante altre facezie con cui – illudendo la gente – sono saliti al potere.