Il parlamento spagnolo ha approvato lo scorso giovedì la legge di bilancio per il 2023, l’ultima della legislatura prima delle elezioni del prossimo autunno, con 187 voti a favore, 156 contrari e una astensione. Il dibattito e la votazione finale si sono svolti in un contesto di profonda tensione tra maggioranza e opposizione, dopo gli insulti sessisti di una deputata di Vox contro la ministra dell’Uguaglianza, Irene Montero. Oltre alla legge di bilancio, nella stessa giornata si sono votate tre misure fondamentali già anticipate dal governo: la tassa straordinaria sulle banche e sulle compagnie energetiche e una tassa di solidarietà sui grandi patrimoni. Sia la finanziaria, sia le nuove tasse straordinarie passeranno ora al Senato, che dovrà approvarle. Tuttavia, la votazione più importante e lo scoglio maggiore era il voto del Congresso dei Deputati: il governo, quindi non si aspetta grandi sorprese dalla camera alta. Oltre ai voti di Psoe e Unidas Podemos, la legge di bilancio è stata approvata anche grazie al sostegno di Esquerra Republicana catalana (ERC), del Partito Nazionalista Vasco (PNV), di EH Bildu, del PDeCAT, di Coalizione Canaria, di Más País, Compromís e del Partito Regionalista di Cantabria. Il deputato del Blocco Nazionalista Galiziano (BNG) si è astenuto. Tra i voti contrari ci sono quelli PP, Vox, Ciudadanos, Junts, CUP e altre formazioni minoritarie come Teruel Existe.

Le nuove tasse sulle banche, compagnie energetiche e sui grandi patrimoni – Anche le nuove tasse sulle banche, compagnie energetiche e sui grandi patrimoni sono state approvate dal Congresso con ampia maggioranza: 186 voti a favore, 152 contrari e 10 astensioni. Sin dall’inizio, l’esecutivo aveva parlato di misure straordinarie e temporanee, che rimarranno in vigore nel 2023 e 2024. Tuttavia, è stata introdotta nel testo una clausola di revisione che prevede la possibilità, a fine 2024, di rendere permanente questa misura in base ai risultati ottenuti. Sebbene la riscossione avverrà nei prossimi due anni, in realtà verranno tassati i fatturati delle grandi aziende e i patrimoni dell’anno precedente, ovvero del 2022 e 2023. L’esecutivo ha giustificato la necessità di imporre una tassa straordinaria sulle banche e sulle compagnie energetiche visti i loro extraprofitti, come conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse e dell’incremento vertiginoso dei prezzi delle materie prime energetiche. Tuttavia, mentre l’Unione Europea considera che la nuova tassa debba essere applicata sugli extraprofitti delle compagnie energetiche, la nuova imposta del governo sarà diversa. Nel caso delle banche, si applicherà una tassa del 4,8% sul margine finanziario. Nel caso delle energetiche, si applicherà un’aliquota dell’1,2% all’importo netto del fatturato delle compagnie che fatturano più di un miliardo all’anno.

Un emendamento presentato dal Pnv e dal PDeCAT alla nuova tassa sulle compagnie energetiche ha ridotto la previsione di riscossione del governo di un 10% – circa 400 milioni in meno dei 4 miliardi previsti -, secondo quanto affermato dalla ministra delle Finanze, Maria Jesús Montero, in un’intervista a Cadena Ser. L’emendamento esenta dalla tassazione le operazioni delle compagnie energetiche spagnole fuori dal paese e tutte le attività che riguardano il mercato regolato nazionale. L’imposta sui patrimoni, invece, graverà su quelli che superano i 3 milioni di euro. L’esecutivo ha stabilito tre aliquote progressive: una dell’1,7% per i patrimoni tra i tre e i cinque milioni, del 2,1% tra i 5 e i 10 milioni, e del 3,5% per i patrimoni maggiori. Con queste misure, il ministero delle Finanze prevede incassare circa 10 miliardi di euro, volti a limitare gli effetti dell’inflazione e “redistribuire” i costi della crisi causata dalla guerra in Ucraina che stanno colpendo soprattutto le imprese e le famiglie. Dopo aver superato lo scoglio della legge di bilancio, il governo sarà impegnato ad accelerare l’approvazione di altri provvedimenti che sono rimasti in sospeso: dalla riforma del reato di sedizione, fino alla legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans. L’obiettivo del 2023, infatti, sarà dedicarsi interamente alla campagna elettorale, tanto per le comunali e regionali come per le politiche, con gli obiettivi già raggiunti.

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