In varie aree del Paese le autorità hanno allentato alcune regole, apparentemente per cercare di sedare la rabbia della popolazione che, irritata dalle severe restrizioni “zero covid”, è arrivata a chiedere al presidente Xi Jinping di dimettersi nella più grande dimostrazione di pubblico dissenso da decenni. Ma il governo non ha mostrato alcuna volontà di fare marcia indietro sulla sua più ampia strategia contro il coronavirus. E la repressione delle contestazioni, che nei giorni scorsi hanno coinvolto migliaia di manifestanti nelle grandi città – incluse Pechino a Shanghai – è già iniziata, con la polizia scesa in forze in strada. Ora l’obiettivo dichiarato dal governo è quello di aumentare la copertura vaccinale, a partire dalla parte di popolazione con più di 80 anni, e di rafforzare la protezione anche tra le persone di 60-79 anni. Ai funzionari locali, in particolare, è richiesto di assumersi la responsabilità di convincere gli anziani a sottoporsi ai vaccini, in una gestione che sarà sostenuta dall’elaborazione dei big data.
Stop alle proteste – La polizia ha circondato e presidiato i luoghi della protesta, eretto barriere, compiuto arresti, effettuato controlli anche sulla configurazione di app e Vpn. E così le contestazioni si sono fermate: non ci sono state notizie di proteste martedì. Quelle che erano in corso a Hangzhou, nel sud del paese, sono state velocemente interrotte ieri sera e diverse persone arrestate. A Pechino e Shanghai, dove la presenza della polizia si è materializzata in alcune zone indicate su Telegram come possibili luoghi di incontro per nuove manifestazioni. Anche alcuni giornalisti che hanno seguito le proteste sono stati fermati: domenica un cronista della Reuters, trattenuto per breve tempo prima di essere rilasciato, quindi Ed Lawrence, della Bbc, fermato per diverse ore, un fatto “scioccante ed inaccettabile” ha sottolineato il premier britannico Rishi Sunak. La censura ha colpito i social cinesi: decine di milioni di post sono stati filtrati, mentre i media sostituiscono le notizie sul Covid con articoli sui Mondiali e i risultati delle missioni spaziali della Cina. Diversa la situazione sulle piattaforme social occidentali, che alcuni cinesi hanno utilizzato per condividere informazioni e consigli rivolti ai manifestanti per evitare l’arresto. Le contestazioni si sono intanto estese a Hong Kong, con decine di persone in piazza nel centro della città e nel campus dell’Università cinese oltre che davanti alle ambasciate della Cina a Londra, Parigi, Tokio, e nelle università americane ed europee. Ma in Cina le università cinesi stanno mandando a casa gli studenti, molti dei quali hanno protestato nei giorni scorsi, mentre il Partito Comunista al governo rafforza i controlli anti-virus e cerca di prevenire ulteriori proteste.