Le spese per lo smantellamento del nucleare escono dalla bolletta elettrica. Si tratta di un primo cambiamento degli oneri di sistema che pesano sistematicamente sulla bolletta ma che niente hanno a che fare con i consumi della luce di famiglie e imprese. Un passo nella direzione più volte indicata dall’Autorità per l’energia per alleggerire in modo strutturale il conto recapitato agli italiani. L’intervento è necessario per rispettare gli obiettivi del Pnrr: escludendoli dalla bolletta si dà il via alla ‘fiscalizzazione‘, cioè al passaggio sulla fiscalità generale, di almeno di una parte degli oneri, escludendo proprio quelli derivanti dal decomissioning del nucleare che non dovranno più essere obbligatoriamente riscossi dai fornitori di energia.
Al momento in bolletta si trovano balzelli che servono a coprire lo sviluppo tecnologico e industriale, compensazioni territoriali, regimi tariffari speciali per il servizio ferroviario, spese per ricerca e sviluppo, agevolazioni per le industrie ad alto consumo di energia elettrica. La componente oneri generali in passato ha finanziato anche i salvataggi di grandi aziende sull’orlo del precipizio, come Alitalia e Ilva.