In tanti, va detto, hanno colto l’ironia un po’ spregiudicata della pubblicità ma non sono mancate le polemiche e addirittura le accuse, a tratti surreali. C’è infatti chi ha bollato gli spot come violenti, chi ha invoca l'autorità del Garante per chiedere la sospensione della messa in onda e chi si è spinto a parlare di violenza contro le donne
Schiacciata con le mani, presa a colpi di martello, aspirata, abbattuta con uno schiacciamosche. Peggio di così alla fatina del Buondì Motta non poteva andare: il nuovo spot della celebre brioche è ambientato attorno al tavolo di una famiglia che fa colazione, ma è tutt’altro che politicamente corretto. Improvvisamente compare infatti questa fatina vivace, sorridente ma troppo loquace che cerca in tutti i modi di trasformare il Buondì con una serie di magie che falliscono miseramente. Ma una cosa le riesce benissimo: infastidire tutti, tanto che, a turno, i figli e poi mamma e papà la silenziano passando alle maniere forti.
Così forti che gli spot ideati dall’agenzia Connexia non potevano passare inosservati. In tanti, va detto, hanno colto l’ironia un po’ spregiudicata della pubblicità ma non sono mancate le polemiche e addirittura le accuse, a tratti surreali. C’è infatti chi ha bollato gli spot come violenti, chi ha invoca l’autorità del Garante per chiedere la sospensione della messa in onda e chi si è spinto a parlare di violenza contro le donne. “Mai vista una pubblicità più violenta. Il messaggio che vorreste far passare non arriva proprio, soprattutto ai bambini. Quello che colpisce lo spettatore è la violenza gratuita, manca solo il sangue che sprizza. Dovrebbe intervenire il Garante, anzi mi meraviglio che già non sia intervenuto”, ha scritto un’utente indignata, a cui ha risposto ironica un’altra persona: “Giusto, dovrebbe anche intervenire il sindacato delle fatine. L’associazione degli gnomi ha già presentato il suo appoggio”.
Ma le critiche feroci sono diverse. Basta scorrere i commenti per leggere frasi tipo “quale insegnamento diamo alle nuove generazioni?”, “perché spaventare i bambini?”, “non si uccidono i sogni ai bambini”, “abominevole”, “esecrabile e indegno” e poi c’è chi invoca il boicottaggio dell’azienda e persino chi scrive che “il messaggio veicolato è chiaro: se una donna è fastidiosa, parla troppo, insiste su qualcosa, è giusto ucciderla”. La replica dell’azienda? Ad alto tasso di ironia, almeno sui social, con risposte come “incantesimo del commento inopportuno, un Buondì non ha mai fatto male a nessuno” e ancora “nessuna fatina è stata realmente danneggiata per la realizzazione di questi spot”. Messaggi sarcastici, che non tutti hanno però compreso. Ma poco importa, perché il “nel bene o nel male, purché se ne parli” resta sempre una regola d’oro in pubblicità.